Bellissima salita, posto un po’ fuori mano ma vale ampiamente una visita, già solo per vedere “the dark side” delle nostre montagne.
Eravamo indecisi se percorrere la normale o la traversata S-N, col senno di poi consiglio la traversata perché decisamente più interessante che ripercorrere la normale avanti e indietro.
Avvicinamento abbastanza veloce, diretto ed intuitivo. Prima parte della cresta con passaggi non obbligati ma non banali e spesso delicati in placca. Segue una parte facile comodamente fattibile in conserva corta dove la roccia è da controllare con più attenzione. Quindi parte finale della cresta davvero divertente: un susseguirsi continuo di muretti, lame esposte e placche su ottimo micascisto, tutto perfettamente proteggibile a friend e cordoni su spuntoni. Caratteristico il traverso esposto e la boite a lettre proprio prima della cima.
Discesa dalla normale (comunque un bell’AD) da non sottovalutare ma perfettamente attrezzata a fix e soste di calata. Dopo la seconda calata, invece di effettuare la terza di 50m, abbiamo risalito lo spigolo di IV (3 fix) e quindi con un’ultima calata abbiamo poi raggiunto il Col du Ravin Noir.
Materiale utilizzato: corda da 60m (indispensabile per le doppie), nut, set di friend dal #0.3 al #2, 5 rinvii, 1 allunghino e 3 cordini.
Roccia da buona ad ottima lungo la S, da discreta (sopra al colle) ad ottima (tiro di IV) lungo la normale.
Di nuovo in compagnia dei “2 Marchi”, a completare il trittico del lungo, il corto e il pacioccone su questa interessante cavalcata panoramica.