Grigna Meridionale o Grignetta, Sigaro Dones – Via Normale

Grigna Meridionale o Grignetta, Sigaro Dones – Via Normale
La gita
marcogiorgetti
4 01/07/2012

Si meriterebbe 5 stelle, ma dovrebbe essere lunga il doppio.
Scelta di ripiego per il secondo giorno ai Resinelli, perché il meteo dava temporali nel primo pomeriggio, previsione puntualmente sconfessata da un sole che ha spaccato le pietre per tutto il giorno.
“Normale” è definizione a volte fuorviante: mai come in questo caso. Ancor più fuorviante il grado 4C attribuito a questa salita dalla nuova guida “Lario-Pareti”: leggi 4C e pensi a quei tiri di falesia in cui si appendono i corsisti alla prima uscita. Ed è lì che hai capito male. Qui 4C è un bel quinto sostenuto, continuo, con due protezioni su 25 metri di tiro chiave, che secondo me è quello dello scavalcamento tra parete del Magnaghi e Sigaro vero e proprio. Del famoso secondo fittone “difficile da moschettonare” me ne sono infischiato alla grande, traversando sulla parete del Sigaro almeno 5 o 6 metri più in basso: più logico, più estetico, più facile, quindi più da alpinisti. Non a caso le cordate che ci seguivano, forse più legate di noi alla promessa del fittone a prova di bomba, vedendo che non riuscivano a raggiungerlo si sono ritirate mestamente a 30 metri dall’attacco. Risolto il tiro del caminone, col passaggio da Magnaghi a Sigaro, la via si trasforma in un lana-park tutto da fotografare: esposizione assoluta, soste aeree, roccia fantastica. Non diventa mai, ad ogni modo, una scala per polli, e le protezioni si mantengono ad una distanza “di sicurezza” di almeno 10 metri. Integrare è comunque sempre agevole, oltre che consigliabile…
Solo due dritte, per finire: il secondo tiro sul Sigaro vero e proprio inganna alla grande, con un cordone bianco che pende da un chiodo 6 o 7 metri più in alto della sosta, NELLA DIREZIONE SBAGLIATA! Da quella sosta basta invece sporgersi un po’ per vedere il fittone resianto posto 4 o 5 metri a sinistra, alla stessa altezza della sosta: per raggiungerlo, traversare in completa esposizione, facile ma psicologico, tenendosi più bassi possibile. Per quanto riguarda invece la discesa, se avete lasciato materiale all’attacco o volete proseguire il giro sui Magnaghi, conviene scendere sulla via di salita, saltando magari qualche sosta. La linea di doppie classica descritta sulla guida, infatti, vi deposita a Nord del Sigaro, all’attacco della parete W dei Magnaghi, a 15 minuti di marcia dallo zaino che avete lasciato all’attacco, e magari anche dalle scarpe da avvicinamento, com’è capitato a noi…

Sempre con Luigi, esaltato dall’esposizione, forse per la risalente abitudine al vuoto che si respira in cima all’albero delle vele…

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