Croux (Aiguille) Cresta Sud

Croux (Aiguille) Cresta Sud
La gita
albertoc
4 11/09/2016

Anziché quello classico per il Gh. Del Chatelet, viene ormai consigliato l’accesso per lo zoccolo della parete S.O., che si svolge (ometti, più una traccia che un sentiero vero e proprio) su ripide balze rocciose per cenge e canalini erbosi. In caso di pioggia o anche solo di erba molto umida (come può capitare di prima mattina) l’accesso è realmente pericoloso. In alcuni punti se si scivola si salta giù per molte decine di metri. Secondo: questo accesso, soprattutto in stagione avanzata o molto secca, consente di non portarsi dietro ramponi e scarponi pesanti, ma così facendo si pone il problema del superamento del nevaietto basale, che se molto duro diventa impraticabile con calzature leggere. Sulla discesa per questo itinerario sono state attrezzate 3 doppie su spit e maillon (non indispensabili, ma molto pratiche e più sicure soprattutto in presenza di bagnato). Dai giaioni sotto il nevaietto seguire lo zoccolo verso sn. fino ai primi salti rocciosi (ometti): prima doppia sul primo salto (passaggio di III in salita, ch. in alto e spit un paio di m. sotto), la seconda e la terza doppia di 30 m. ciascuna consentono di scendere direttamente sulla morena evitando le ultime balze dello zoccolo. Gli spit con maillon sono facilmente reperibili in salita. Vorei fare infine una osservazione sulla gradazione dell’itinerario. Sono d’accordo con Piedinalto. Una via che presenti passaggi di IV o più (Buscaini grada IV-/IV i tiri finali, guide più moderne danno 4c) non può essere data PD. A mio sommesso avviso la gradazione AD inf. del Buscaini è corretta se paragonata con vie analoghe per quota, lunghezza e tipo di arrampicata (granito): ad esempio la cresta Sud del Pic Nord des Cavales in Delfinato, che presenta passaggi di III, è data PD sup. dal Labande ed è un po’ più facile.

Con Stefano. Avevamo preso informazioni preventive al rifugio e ci era stato detto che per l’approccio picca e ramponi erano assolutamente inutili. La possibilità di alleggerire lo zaino e la nostra innata pigrizia ci hanno fatto accogliere entusiasticamente il suggerimento, col risultato che abbiamo sbattuto il naso contro il nevaietto basale, duro come marmo, che rendeva impraticabile (e pericoloso) l’attacco normale in calzature leggere. Abbiamo aggirato il problema salendo il primo tiro della “Cheney” per poi traversare sulla parete e raggiungere per placche più compatte la via normale all’ultimo tiro prima della forcella d’uscita della Ottoz (mezzo grado più difficile III con un paio di passaggi di III sup.). Al rifugio buona accoglienza e ottima cena, dopo un’estate passata in giro nei rifugi francesi devo dire che quelli italiani sono un’altra cosa!

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