Roccia asciutta, mentre nelle nostre provincie piemontesi c’era stata qualche pioggia. Fresco al mattino sui primi tiri ombrosi e un po’ di vento. Rumore dell’autostrada che disturba la comunicazione e alcuni tiri sono belli lunghi: qui servivano le radioline ma non le avevamo. Soste da collegare a volte con alternativa albero che sembra più comodo. Al terzo tiro troviamo qualche difficoltà, alcuni spit sembrano fuorvianti e il socio vola in un traverso in cui non ci si vede e sbatte una caviglia. Poi trasferimenti vari sempre ben indicati da frecce e bolli rossi dove nel dubbio spezziamo i tiri piuttosto che accorparli perdendo un po’ il conto di “chi fa che cosa”, io ero partito coi tiri pari. Giunti senza ulteriori tentennamenti alla sosta vicino alla betulla col masso incastrato, tiro facile ma senza protezioni, non ci è stato così chiaro il da farsi. Le possibilità erano molte e all’apparenza fin troppo ovvie tranne forse quella giusta, ovvero il muro più a sinistra, ma come ci si arriva? Noi abbiamo traversato a destra verso evidenti file di spit ed abbiamo risalito una placca forse sul 5a/5b terminando dietro ad un pilastro in muratura, sosta su albero poco a sinistra dell’ultima catena di Olimpic Spirit, dalle relazioni in giro per la rete vedo che anche altri hanno optato per questa conclusione. Con Marco (atoki).