Il freddo ha inevitabilmente prevalso sul piacere nell’arrampicare per una cresta breve, dove i passaggi nemmeno sfioravano il III°. Gli unici che avrebbero al limite regalato qualche soddisfazione, li avessimo indovinati alla partenza, non li avremmo apprezzati cmq per il troppo freddo. Appoggiare le mani alla roccia, era l’equivalente come averle messe nel freezer e lasciate li per un po’..immaginarsi l’effetto!!. Per fortuna ci ha pensato l’escursione escogitata attimi dopo l’uscita alla croce. Non si e’ capito bene se corrispondesse effettivamente alla Colla Auta o alla Rena Grossa, perche’ quest’ultimo e’ il nome riportato sulla mappa riferito al punto d’uscita della via, che con Colla Auta spostata di parecchio piu’ a ovest, nulla a a che vedere. Confusione qui che regna sovrana. Gia’ due anni fa questo stesso giorno, in questo stesso posto per un errore di interpretazione, finimmo per salire un’ altra via convinti fosse la Colla Auta in questione, sfido che dalla relazione le cose non quadravano, ci trvovavamo a nostra insaputa, semplicemente su altra via, ma va bene cosi’. Avvicinamento irrisorio brevita del tratto scalabile seppur su roccia buona, omissione involontaria dal prendere a salirla come da relazione ,vento patagonico a gelare mani e piedi, risultato un insoddisfazione pressoche’ totale.
La compagnia di Agelo e Rodolfo, quella almeno e’ stata buona.