Coin (Testa del) quota 2981 m dal Ponte d’Almiane

Coin (Testa del) quota 2981 m dal Ponte d’Almiane
La gita
gondolin
3 05/04/2021
Osservazioni
Visto valanghe a pera esistenti
Neve (parte superiore gita)
Farinosa compatta
Neve (parte inferiore gita)
Crosta da rigelo portante
Quota neve m
1700
Equipaggiamento
Scialpinistica

L’imbocco del vallone di Almiane all’altezza dell’omonimo ponte presenta i pendii con esposizione sud già completamente privi di neve, come in genere si presenta a maggio, ma per gli sci-alpinisti è già ampiamente praticabile: il versante nord ha già scaricato abbastanza, ed il torrente Almiane affiora solo in un paio di punti poco dopo il ponte. Abbiamo percorso il primo tratto più ripido ed “infossato” con i coltelli perchè, nonostante i numerosi passaggi, la neve al mattino aveva consistenza marmorea. Una volta giunti intorno a quota 2.300 m., nell’anfiteatro del vallone, vediamo ad ovest della Testa del Coin tracce di salita, che in alto sembrano addirittura solcare neve ancora farinosa, e perciò Andrea propone di andare alla quota 2.891, quotata sulle carte tra la Testa del Coin e la Tete Pierre Muret. Intorno a quota 2.450 le pendenze cominciamo ad aumentare, e la neve è a tratti crosta da rigelo piuttosto dura, perciò calziamo i coltelli e saliamo seguendo le le tracce ancora visibili, probabilmente risalenti alla scorsa settimana. Negli ultimi 200 m le pendenze sono costanti sui 35 gradi, ma la consistenza della neve (farina compressa su fondo duro) lascia presagire una bella sciata. A circa 50 m dalla vetta, nel tratto di maggiore pendenza, incontriamo una placca di neve ghiacciata che non riusciamo ad incidere con i coltelli: Andrea si toglie gli sci e prosegue a piedi sino alla vetta tra neve e ghiaccio, mentre io preferisco non forzare sulle gambe già imballate dal dislivello dei giorni scorsi, per non pregiudicarmi la piacevolezza della discesa, ed aspetto il mio socio pochi metri più in basso.
La prima parte della discesa (circa 200/250 m) è davvero molto bella: farina compressa su fondo duro che ci regala serpentine entusiasmanti su pendii sostenuti. La neve diventa poi crosta da rigelo portante, che il sole non riesce ad ammorbidire sia per le basse temperature che per la leggera velatura del cielo: il fondo è un pò irregolare ma comunque ne ricaviamo una sciata abbastanza piacevole. Una volta giunti al pianoro, ci teniamo sempre alti sul versante nord e sfruttiamo il più possibile i pendii per alternare le parti in traverso ai valloncelli con vegetazione rada che scendono verso il Rio Almiane, dove riusciamo ancora a regalarci qualche bella curva prima di arrivare al ponte di Almiane.

Oggi in compagnia del Confratello Andrea l’Occitano, abbiamo fatto una bella sciata, soprattutto nella parte alta della gita, peccato che il sole non abbia scaldato un pò di più il manto nevoso.

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