Itinerario appagante, nonostante la brevità: l’avvicinamento articolato, la discesa in disarrampicata e la lunga passeggiata per tornare ai Piani la rendono una via senz’altro consigliabile per le mezze giornate, quando il meteo minaccia temporali pomeridiani.
Sballati, a mio giudizio, i gradi proposti su Gulliver: il fatto è che il primo tiro dev’essere spesso umido (ieri gelido e bagnato, pressoché non scalabile) e quindi sembra ben più duro di quel che è in realtà.
La mia proposta:
L1: V+ (un passo) oppure V- e A0
L2: IV+/V- (basta sbagliare di poco l’altezza del traverso e le cose si complicano)
L3: IV
L4: III+
L5: III
Per la discesa, un maillon rapide su cordone presente in cima potrebbe indurre qualcuno a fare una doppia. Mi pare scelta improvvida: è più il rischio di tirarsi dietro qualche pietra recuperando le corde, che non la difficoltà (nulla) di disarrampicare per quei primi 5 o 6 metri sul II.
In caso di nebbia può non essere banale raggiungere il sentiero.