A Pieve , proprio sull’ incrocio stradale , comincia il tracciato indicato con frecce e segnavia biancorossi . Usciti dal borgo , si trasforma in sterrata che sale nel bosco di alti pini . Arrivati ad un bivio con attrezzatura ginnica , il tracciato si biforca : a sinistra aggira il Montre Dragnone mentre a destra sale ripidamente a raggiungerne la cima ( 999 m. – chiesetta ) . Scendendo sul versante opposto ( via crucis ) si arriva alla base del piccolo ma roccioso Monte Castellaro ( 945 m. ) , che vale la pena di salire in quanto sede di un antico insediamento ligure . Si deve poi seguire la Provinciale verso sinistra in direzione della Foce di Colle Fiorito ma , senza raggiungere il valico , si può salire anche prima alla facile dorsale erbosa che separa la Val di Vara dalla Val di Magra , innestandosi quindi sull’ Alta Via dei Monti Liguri , che qui consiste in una comoda carrareccia . Giunti alla Foce del Termine ( cappelletta ) si può imboccare una traccia a sinistra che in pochi minuti conduce in una bella radura pianeggiante . In fondo alla radura , a destra , inizia il sentiero che sale lungo la soprastante dorsale e conduce alla Roccia Cantarella ( 1176 m. ) e poco dopo alla vetta del monte Civollaro ( 1208 m. – bandiera ) . I panorami sono notevoli e possono arrivare anche alle isole toscane . Proseguendo , la dorsale scende dolcemente verso il Passo dei Casoni ( 992 m. ) , dove trova la Provinciale 32 . Qui si segue l’ asfalto ( sempre tacche biancorosse ) sino a poco oltre le case di Cuccaro e poi si trova a destra una carrareccia con tacche e con indicazione Il Pirolo . Dopo un buon tratto di sentiero ed il guado di un torrente si arriva a questo casolare e ancora all’ asfalto . Scendendo , 400 metri dopo il Pirolo si incrocia una stradina a destra che allo stato attuale delle cose è la via migliore per tornare a Pieve di Zignago ( 4 km ) . Per i più avventurosi segnalo un’ alternativa resa complicata dal recente crollo di un ponte sul Rio di Suvero . Invece di imboccare la suddetta stradina , si continua a scendere su asfalto sino al vicino borgo di Molino Rotato , dove alla prima casa si trova una sterrata a destra che conduce all’ Agriturismo La Debbia . Poco dopo la locanda , la stradina inizia a scendere in maniera molto ripida verso il fondovalle dove scorre il Rio di Suvero . Si passa accanto al Poggio Castellaro , sperone roccioso a picco sul torrente e sede di un antico villaggio ligure , e poi scendendo ancora si arriva al guado . Se non c’ è una piena , con un po’ di attenzione e di agilità , non ci si bagna nemmeno le scarpe . Sull’ altra sponda il primissimo tratto di sentiero non c’è più ma appena sopra riprende , anche se in stato di semi abbandono . In 10 minuti si arriva al villaggio di Vezzola e da lì , per evitare il lunghissimo giro della Provinciale , si cerca un’ alternativa . Nella piazzola sotto al paese ( bidoni rifiuti ) si stacca una stradina asfaltata a destra . Dopo 300 metri si trova una sterrata a sinistra che risalirà a Pieve di Zignago . Ripeto , se non verrà ripristinato il ponte e ripulito il relativo sentiero , questo percorso è sconsigliabile .