Grande panorama dai 9580 piedi della Ciorneva, che ha in buona misura compensato della faticaccia impiegata per raggiungerla. Concordo con ghiglio (incontrato mentre scendevamo, e che saluto) sull’assenza di tacche e segni e sull’insufficienza degli ometti nella parte iniziale e centrale. Noi abbiamo salito un canalone (tra l’altro con diverse tracce e qualche ometto!) più a sinistra (W) della normale, finendo nei pressi del colletto a 2745 m posto tra la Chiavesso e la nostra punta ovest: abbiamo poi dovuto traversare a mezza costa con saliscendi fino a ricongiungerci con l’altra traccia e, finalmente, arrivare sulle due punte. Un’aquila ha volteggiato sulle nostre teste festeggiandoci!
In discesa abbiamo percorso il canalone della normale (che è comunque ripido e sfasciumoso).
Per chi volesse fare la Ciorneva, suggerisco al bivio a quota 2100 di individuare la meta e dirigersi puntando al centro verso la cima, tenendosi a sinistra di una incombente parete nerastra (vedi foto) fino a quando (a circa 2750 m) alcuni ometti (evviva!) guidano verso destra.
Strada fino all’alpe d’Ovarda in ottime condizioni: anche gli oltre 6 km di sterrato sono percorribili, con prudenza da un’auto non fuoristrada.
Con la paziente compagnia di Gian Mario.