Il sentiero è ben tracciato nella prima parte boscosa fino alla fontana Zalaveja (senza acqua e in stato di abbandono). La salita sul pendio erboso e successivamente su roccette sotto la punta è bollata di blu, ma i segni sono un po’ da ricercare sulle pietre sotto l’erba. Provvidenziale qualche paletto qua e là che aiuta nell’orientamento; tuttavia il pendio è bollinato nella sua pendenza massima: in pratica non ci si sbaglia se si tira su dritto, tranne sotto la punta che occorre aggirare verso destra per reperire il percorso corretto che porta alla croce di vetta.
In discesa percorso la poderale verso l’Alpe Oultiare e intercettato il sentiero larici-cembreta, anch’esso in stato di abbandono, almeno in questa parte dell’anello fino a raggiungere le prime case di Fraisse e chiudere poi percorrendo la sterrata che costeggia il Chisone verso Soucheres.
In compagnia di Sergio, Sergio, Valter e del giovane Vlad che, forte dei suoi vent’anni risaliva questi erti pendii con passo agile, approfittando di soste operose nel ripristino di ometti, in attesa delle vecchie guardie dalle giunture scricchiolanti.