
Dai posteggi dirigersi verso l’abitato ed attraversarlo ,sino ad incontrare il bivio sulla sinistra con la palina del rifugio. (circa 2 h 30). Si sale per pendii ripidi e rado bosco sullo spallone che scende dalle cime de le bec Roux. A quota 2400 circa il sentiero gira a destra e con lungo traverso entra nel vallone dove è posto il rifugio (2626 m).
Da qui si sale su pascoli superando diversi dossi e costeggiando alcuni laghi , fino ad arrivare sulle sponde del lago dai nove colori. Qui si intercetta il percorso che arriva dall’Italia e che passa dal bivacco Barenghi.
Si punta verso il gigantesco conoide detritico posto alla base del Couloir Gastaldi, un marcato canalone che scende dall’intaglio tra le due cime dell’Aiguille de Chambeyron. Si rimonta il conoide sulla destra, salendo faticosamente per ripide tracce fra i detriti. Poco prima dell’inizio del canalone vero e proprio, si prende a destra un cengione obliquo (cengia Bourillon), subito interrotto da un gigantesco masso. Si aggira a destra il masso per rocce inclinate, poi si sale lungo il cengione per massi e faticosi detriti mobili: più che di una cengia, si tratta di una ripida rampa, che termina sull’orlo di un vertiginoso canalone. Dalla sommità della rampa, si traversa a destra per pochi metri lungo una cengetta stretta ed esposta, quindi si sale verticalmente per 7-8 metri su rocce ripide ma non difficili (II+). Ritornando a sinistra, si raggiunge una piccola spalla, poi si scende brevemente lungo una cengetta detritica. La cengia diventa quindi orizzontale e conduce in una zona di rocce inclinate e sfasciumi, che si rimontano facilmente fino alla Forcella Nérot-Vernet (3210 m circa).
Dalla forcella si sale in obliquo a sinistra sulle rocce ripide ma articolate del versante sud (II) e, in breve, si guadagna nuovamente il filo di cresta. Traversando orizzontalmente per cengette sul versante nord, si arriva ad un intaglio che si apre tra spuntoni nerastri. Si ritorna quindi sul versante meridionale per seguire una cengia detritica assai aerea, che, con qualche saliscendi (ometti), conduce sul bordo del pendio a forma d’imbuto che caratterizza la parte superiore del Couloir Gastaldi. Piegando a destra per lastroni e detriti (delicato), si raggiunge un secondo intaglio della cresta est. Da qui si traversa orizzontalmente a sinistra sotto la parete della Cima Est e, con una breve discesa su rocce inclinate che richiedono un po’ d’attenzione, si va a prendere una stretta cengia che passa sopra il grande imbuto nevoso (delicato). Si attraversa il Couloir Castaidi che qui è largo solo pochi metri (attenzione in presenza di neve), poi si sale in obliquo a sinistra per un poco marcato canale di rocce scagliose (II). Si continua a sinistra per rocce più facili verso un caratteristico gendarme appuntito, quindi si piega a destra per aggirare il gendarme. Salendo per cengette e canalini, si arriva nella zona di rocce rotte sotto le balze finali. Con un’ultima arrampicata per massi e gradoni di ottima roccia (II) si guadagna la vetta, costituita da un masso squadrato, con infissa la croce (4h).
- Bibliografia:
- Per la parte alta del percorso: Vette delle Alpi (Andrea Parodi) itinerario 85.
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