Chambeyron (Aiguille de), Couloir Jean Coste da Maljasset

Chambeyron (Aiguille de), Couloir Jean Coste da Maljasset
La gita
abo
3 06/06/2024
Accesso stradale
Park obbligato al ponte sotto Gr. Collet (sbarra per frana)

Noi siamo partiti dall’Italia alle 3.30 dal ponte sotto Gr. Collet e salendo la valle del Maurin fino al colle del Marinet (ciaspole da q. 2450m). Dal colle all’attacco del Jean Coste il ritiro glaciale obbliga a diversi cala&munta fastidiosi in traverso (+/- 120m) per quasi 2km. Attacco del canale evidente con grossa rigola e pendenze subito secche a 45°, con un passo a 60° per superare la rigola verso dx. Neve buona nel canale che per fortuna (viste le pendenze) al secondo calcio faceva un po’ di nicchia per il piede. Parte alta discretamente appesa e ripida (50° continui e uscita al colletto a 55°), con andamento un po’ a banana e un accenno di corda molla a sx, sembra quasi il Coolidge! Dal colletto (raggiunto alle 8, meglio non tanto più tardi perché le pareti in dx scaricano) inizia la parte più selvaggia della salita: canalino sulla dx con tratto a 50°, quindi lungo diagonale ascendente verso dx tra roccette e lenzuoli di neve (ottima in questo tratto). Noi ci siamo legati per passare l’ultimo risalto ripido sotto la vetta (prima goulottina obbligata e poi scontorno a dx). Calcolare 1h dal colletto del Jean Coste alla cima. Essendo saliti dall’Italia e dovendo tornare in qualche modo in terra sabauda abbiamo optato per la discesa dalla normale estiva (per nulla banale con neve), qui la conoscenza dell’itinerario del socio si è rivelata indispensabile (bel rattaio di posto). Dalla cima siamo scesi lungo una spalletta verso S fino ad incontrare un ometto e un cordone di calata sulla dx: calata di 30m (noi avendo corda da 40m abbiamo dovuto disarrampicare un po’ nel brutto) fino ad una forcellina (ch.). Da lì si scende in diagonale in direzione del Gastaldi su una contropendenza ripida (45-50°) e in pieno sole (neve pappa), per fortuna ci sono un po’ di spuntoni per passare la corda. Attraversato il Gastaldi si risale ad un evidentissimo colletto con dentino, da cui si scende alla forcella del Nerot-Vernet (interrotto in basso). Dalla forcellina per cengette detritiche e qualche nevaio ripido (ometti) si giunge su una spalla a monte di un canale, si risale in faccia S fino ad un terrazzo da cui con calata da 20m si raggiunge il canale sottostante (cengia bassa della normale estiva) da cui si scende abbastanza agevolmente fino nella conoide del Gastaldi (c’è un passo di misto un po’ loffio alla fine). Dal Lago dei 9 colori eterno ritorno all’auto (con qualche defaticante ripellino) passando dal Barenghi e le cascate di Stroppia (ambiente comunque bellissimo che non annoia mai).

Gita completa e sostenuta, affrontata dall’Italia la discesa non è affatto banale e porta via quasi più tempo della salita. Un viaggio da 1850m D+ e 22.8km, con Marco GPS umano e problem solver di prima categoria.

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