- Accesso stradale
- buono
- Osservazioni
- Visto valanghe a pera esistenti
- Neve (parte superiore gita)
- Primaverile/trasformata
- Neve (parte inferiore gita)
- Primaverile/trasformata
- Quota neve m
- 2000
- Equipaggiamento
- Scialpinistica
Traversata fattibile nei due sensi. Noi siamo saliti dalla Combe Merdeaux e siamo scesi nel vallone di Tula, come dice la guida. Da metà maggio potrebbe essere preferibile il senso inverso, sempre che i blocchi delle grandi valanghe sul fondo del vallone, vero tormento in salita, si siano un po’livellati, altrimenti non ne vale più la pena. Cornici sotto il pendio del Gran Golliaz.
La discesa dal colle nel vallone di Tula è molto bella (qui MS) ma dai 2200 m. circa la neve inizia a scarseggiare e occorre destreggiarsi per chiazze e canalini fino alle baite 1970. Qui NON attraversare l’invitante ponticello sulla destra per tentare di ricollegarsi subito al vallone di salita, ma proseguire invece per 500 metri circa lungo l’evidente sentiero visibile sul versante esposto al sole che fiancheggia la forra di acque tumultuose; quando questa si interrompe bruscamente con un gran salto evidente, abbandonare il sentiero principale che prosegue in piano (vedi filmato allegato) ed abbassarsi di 30 metri per una traccia poco visibile tra erba e sfasciumi, lambendo il salto di roccia e la cascata. Ripreso il sentiero che scende, riconnettersi alle baite sul fondo del vallone di salita e rientrare (ora sesta!) verso l’ orripilante ma agognata civiltà. Più che “MS” direi che è una gita di soddisfazione per amatori.
Con Andrea