Castello (Torre) – Spigolo Castiglioni con attacco Camino Est o Fessura Brunilde

Castello (Torre) – Spigolo Castiglioni con attacco Camino Est o Fessura Brunilde
La gita
alberto-cucatto
5 10/08/2019

Salita di seguito alla Fessura Brunilde, la combinazione delle due vie costituisce una linea di salita diretta alla Torre su difficoltà abbastanza omogenee ma di caratteristiche diverse: arrampicata interna in fessura-camino nella prima parte, esterna in piena esposizione su spigolo e parete nella seconda.
Avendo trovato relazioni varie e talora discordanti su difficoltà e chiodatura, riporto le nostre osservazioni sulla parte da noi percorsa.
Fessura Brunilde: percorso evidente e logico, qualche spit e pochi chiodi lungo i tiri e alle soste (eccetto l’ultima, che non abbiamo trovato). In ogni caso la fessura termina sullo spigolo SE, su cui si prosegue (III+) fino a raggiungere la sosta 2 della Castiglioni). Usato friend fino al 2 BD.
Sullo Spigolo le soste dalla 2 alla 5 (in vetta) sono attrezzate a spit, non tutte coincidono con le originali (che prevedevano un tiro in più) e corrispondono con buona approssimazione alle indicazioni della foto di Scarcagiulio.
Noi abbiamo trovato uno spit su ciascuno degli ultimi 3 tiri, oltre a numerosi chiodi, di cui ho ribattuto quelli non interamente infissi (un paio sono entrati ancora di 1 cm).
Così i tiri finali secondo noi:
3) Salire a dx dello spigolo fino sotto ad uno strapiombo biancastro, quindi traversare a sinistra (V, V+ un tratto) e proseguire sullo spigolo superando la vecchia sosta fino a raggiungere la nuova (IV)
4) Salire in verticale appena a sinistra dello spigolo per 10-15 m e proseguire verso sinistra lungo una cornice ascendente fino a raggiungere la sosta al centro della parete S (V+). Attenzione a non farsi attrarre da un chiodo con cordino bianco ben visibile in alto, dove lo spigolo strapiomba: si deve traversare a sinistra decisamente prima.
5) Superare direttamente l’ultima parete ancora leggermente strapiombante fino in vetta (V).

Via piuttosto breve ma di bellezza eccezionale per l’esposizione e la qualità della roccia. Chiodi talora poco visibili ma, se si entra nell’ottica di “cercare il facile nel difficile”, che dovevano avere nel 1936 i primi salitori (dei quali è inevitabile ammirare il coraggio e la bravura), si scopre che il percorso è assolutamente logico.
Grande soddisfazione avere salito questa splendida via storica con i miei storici amici e compagni di montagna: Luciano e Davide!!!

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