Castello (Rocca) – Via Sigismondi

Castello (Rocca) – Via Sigismondi
La gita
max64
5 08/09/2018
Accesso stradale
si sale fino al divieto su sterrata con auto un po' alta

Salita bellissima, difficoltà tecniche contenute (non si supera mail il III+), ambiente eccezionale. La vista della rocca che appare salendo dalla strada del Maurin sopra le praterie verso il colle Greguri è impagabile. Alcuni passaggi (la fessura che taglia la montagna da parte a parte prima di arrivare in cresta, l’aerea cresta, la doppia verticale di 40 mt che ti posa sul colle, sono cose che lasciano il segno. In 3, facendo in conserva solo il traverso, ci abbiamo messo circa 2.30 ore. Mi permetto, da ultimo arrivato, (è la prima volta che vado lassù) alcune osservazioni circa la relazione, che forse sarà scontata per alpinisti più esperti, ma può trarre in errore chi si avventura per la prima volta su questa via. 1) Il terrazzino dove arriva L4 non è in cresta ma qualche metro più sotto. 2) Sarebbe utile indicare la lunghezza dei tiri, per esempio il primo tiro in cresta (L5), tra sosta e sosta attrezzata sono circa 50 metri (infatti noi abbiamo dovuto attrezzare una sosta intermedia). 3) La discesa è forse la parte più delicata di tutta la via: rischi di incastro corde, qualche pietra che si smuove e soprattutto difficoltà, se non si conosce, di reperire la calata giusta. 4) La relazione dice “dalla vetta ci si sposta con attenzione sino al sommo di un canalino sul versante est”. Sul versante est, proprio sotto la croce c’è una sosta, e poi ce n’è un’altra all’inizio del pianoro sotto la vetta, con catena e maillon. Noi, dopo qualche dubbio, abbiamo utilizzato quest’ultima, che però porta troppo a dex (faccia a monte), tanto che ci siamo trovati a mancare la sosta per la seconda doppia e a dover traversare di qualche metro in una zona non proprio simpatica….

Da cosa abbiamo capito solo dopo, la calata era proprio sotto la vetta in direzione del pianoro, ma noi non l’abbiamo vista e neppure altri che erano con noi in vetta. 5) La relazione parla di n°2 doppie da 40mt e n°2 da 30mt più quella finale sul colle. In realtà abbiamo fatto una doppia da 40mt e n°2 da 30mt, la seconda delle quali ci ha posati sulla cengia (forse quest’ultima si potrebbe anche fare disarrampicando, ma secondo noi non conviene rischiare), poi quella da 40 sul colle. Comunque, dopo qualche apprensione, tutto bene. Un saluto al ragazzo e alla ragazza di Torino che ci hanno recuperato un cordino ed un paio di occhiali caduti. Bellissima giornata, tiepida e con solo un pò di nebbia nel finale. Con Gino ed Ermal.

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