Cardinello (Monte) dalla Val Fiumetto

Cardinello (Monte) dalla Val Fiumetto
La gita
emanuele_80
4 17/05/2015

Questa è una gita da intraprendere con ferree motivazioni. Personalmente l’avevo nel mirino da un po’ e quindi sapevo cosa aspettarmi. Difficoltà tecniche non ce ne sono ma… quanto è lunga! Punto la sveglia in ritardo per cui inizio di giornata poco promettente; riesco comunque a recuperare il tempo perso e alle 6 sono in cammino. La sterrata prosegue fino ad incrociare la traccia poco visibile che si abbassa lentamente a sinistra nel bosco, questo tratto è mal segnalato e dalla partenza al ponte i segnavia avrebbero bisogno di una bella rinfrescata. Oltre, praticamente fino all’Alpe Paìna, non si rischia di perdere il sentiero visti i numerosi bolli; talvolta il percorso è infrascato dai rododendri ma è sufficiente prestare un po’ di attenzione. Abbandonata l’Alta Via del Lario, salgo liberamente per prati seguendo sulla sinistra il corso di un torrentello e scegliendo accuratamente i tratti più agevoli. Il disgelo rende alcuni punti infidi per le innumerevoli rocce bagnate ma, superando anche qualche nevaietto, arrivo in cresta un centinaio di metri sopra la bocchetta. Per raggiungere l’ometto di vetta, è necessario oltrepassare un nevaio lungo una trentina di metri ma piuttosto ripido che preferisco affrontare con i ramponi. Dall’ometto proseguo poi per la croce vista lago costeggiando una cornice verso ovest (il passaggio pulito è stretto ma si passa). Superfluo esprimermi sul panorama, assolutamente di prim’ordine: il Legnone è lì davanti, dalla parte opposta del Lario, e sembra sfidare a duello il Cardinello (ho fatto anche la rima!); gran vista anche sul Pizzo Paglia, la vetta più alta della zona. Tornato sui miei passi, scendo dalla cima cercando di ripetere grosso modo la salita fatta, ma finisco per incasinarmi sopra alcuni tratti rocciosi e scivolosi nei quali Zeus rifiuta di seguirmi. Tribolando un po’ e cercando di evitare i nevai, riesco dopo più di un’ora a raggiungere l’Alpe Paìna, ritornando sul sentiero segnalato. Arrivo alla macchina dopo 5 ore complessive di discesa, per la salita ci vuole mediamente un’ora in più.
Giornata inizialmente limpida, poi è sopraggiunta qualche nuvola ma assolutamente innocua; temperatura perfetta e periodo ideale per questo corposo viaggio, in una zona pacifica fuori dal mondo un tempo popolata da pastori, ora pressoché abbandonata, regno di silenzi e camosci, in estate funestata dalla nebbia (che, soprattutto nell’ultima parte del percorso, può rappresentare un serio problema!) vista la vicinanza del lago. Una stella in meno solo per la buona dose di fatica fatta, che non mi ha fatto godere appieno la cima anche in previsione della lunga discesa.
Per il resto, gitone di assoluta qualità che non può mancare nel curriculum dell’escursionista esigente.

Con Zeus.

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