Partenza 6:15 da Castello, avvicinamento veloce e scorrevole fin sotto il Triangolo, poi guado tranquillo e risalita della morena noiosa ma scomoda solo nell’ultimissima parte. Trottando un po’ in 2 orette all’attacco (ben individuato da bollo giallo e freccia rossa). Il percorso non è mai obbligato ma abbastanza intuitivo, se si pensa che è uno spigolo di 600m e che è stato aperto nel 1956. Come detto le soste a fix, oltre a ridurre l’ingaggio, aiutano molto nel trovare l’itinerario, così come i numerosi chiodi e qualche fix. Noi abbiamo percorso la via in conserva protetta effettuando solo 5 tiri: 4 per i 2 diedri di 80m della parte centrale e 1 tiro per lo strapiombo di uscita. Il primo diedro di 80m è davvero notevole, il tratto chiave è la placca bassa, il resto si sale e si protegge da dio. Il 2° tiro del secondo diedro si può affrontare dallo strapiombo diretto sopra la sosta (passo di IV+ proteggibile con un nut) oppure a sx (fix poco visibile da sotto). Ultimo tiro con sosta a dx rispetto al filo, passetto in strapiombo con piedi scivolosi ma ottime prese. In vetta alle 12:30 con panorama fantastico dagli Ecrins al Bianco. Materiale usato: corda da 60m (forse sufficiente da 50m ma anche da 40m), 8 rinvii (di cui 2 allunghini), friend #0.3-2, nut medi, cordini per le soste. Scarponi per la parte sotto i diedri e poi scarpette fino all’ultimo tiro. Discesa comoda con una doppia (ancoraggio sullo spigolino a dx del camino della normale).
Con Vik in versione raccoglione di cime, sua la proposta di non scendere dalla normale ma proseguire fino alla Corsica e poi alla Fiume (bellissimo laghetto con tanto di piccolo ghiacciaio di circo), per scendere poi nel vallone delle Forciolline chiudendo così un bell’anello.
Via bellissima da tempo desiderata.