La strada per Tiglietto oltre che molto ripida ed in parte sterrata, è scassata in più punti per lavori in corso, la ricordavo migliore. In queste condizioni è un po’ al limite per un’auto utilitaria. Salita facile fino al guado del torrente vicino alla baita, poi quando si passa sulla sinistra orografica, la salita diventa decisamente più delicata anche per le chiazze di neve marcia che diventa sempre più abbondante salendo verso i laghi. La vegetazione non è particolarmente fitta e non crea grossi problemi, ma in queste condizioni la salita risulta comunque impegnativa e le ore corrono una dopo l’altra. Dal terzo lago ho puntato alla dorsale raggiungendo il colle a 2371 m. su pendio erboso molto ripido e senza traccia, ma per stare dentro con i tempi, pur mancandomi solo 120 m. rinuncio alla cima la cui dorsale in parte innevata non mi è sembrata una cosetta da fare di corsa, e neppure la discesa nel vallone su neve molle e men che meno volevo attardarmi a girare su questi sentieri con la torcia frontale. Gita decisa all’ultimo minuto in solitaria, per assenza del socio col quale dovevo andare da tutt’altra parte. In queste condizioni di innevamento parziale occorre prestare attenzione passando dal primo al secondo lago dove presente un passaggio molto stretto ed esposto e intorno al terzo lago dove la traccia è abbastanza coperta e difficile da individuare nell’intrigo di gole, canaloni e placche coricate, ho provveduto a sistemare qualche ometto. Interessanti le numerose balme presenti lungo il percorso, alcune di grandi dimensioni. Nessuno lungo il percorso, solo alcune persone nella borgata dove si narra di interi orti ripuliti da cervi e cinghiali, ma, a parte le numerose tracce, non ho visto animali.