
Vista da Sud, la struttura si presenta come una successione di squadrati strati di roccia, appoggiati gli uni agli altri e disposti quasi verticalmente, con quattro più evidenti contrafforti, che sporgono formando profondi “canaloni”, sormontati da un più alto edificio.
La via percorre il secondo e più imponente contrafforte, sulle compatte placche a dx del filo, per una linea molto ideale, quasi “a goccia d’acqua” (L1 e L2).
Raggiunta l’accuminata e panoramica sommità del “Cornotorrione”, si scende quindi al sottostante colletto (1 ch. per azzerare passaggio) e si prosegue direttamente fino alla sommità del più alto edificio (L3) per l’evidente e logico diedro già percorso come variante in occasione dell’apertura della via del “Fungo” (v. it. n. 69743).
Scendendo in paese, si svolta a sx subito dopo un campo di bocce, raggiungendo la piazzetta della chiesa; da qui si continua (sempre verso sx e sempre in discesa) per circa 1,5 km., fino alla piccola e appartata borgata di case Ravugna (2/3 posti macchina in uno slargo a destra; prestare attenzione per non intralciare i residenti).
Si prosegue quindi a piedi per una strada privata che piega verso Sud. Dopo aver attraversato un piccolo corso d’acqua – e prima del cancello che chiude definitivamente la strada – si esce quindi a sx per sentiero (segnavia banda gialla) che aggira a monte una casa isolata, e guadagna infine ad una panoramica spalletta, da dove si scorge l’alto corso del torrente Orba, e i rocciosi versanti che lo racchiudono (15 minuti circa di cammino). Il sentiero prosegue quindi in riva dx orografica, fino ad affacciarsi sull’ombroso versante settentrionale della Rocca dei Canaloni che, dall’opposta sponda scende quasi a sbarrarne il corso, costringendolo all’interno di una breve ma molto sinuosa gola.
Di qui il sentiero inizia a traversare su ripido pendio, con percorso più stretto ed esposto, protetto da un paio di corde fisse disposte a mancorrente; in pochi minuti, si giunge così a monte della gola, dove il sentiero intercetta un evidente “block-stream”. Si scende allora per la colata di detriti (ometti) per guadare il torrente proprio sotto il più solare versante meridionale della Rocca, al cospetto di un più imponente contrafforte – il secondo da sx –dove attacca la via (targhetta di metallo).
L1 – 20m
Si guadagna la base della potente bancata di roccia, vincendo la prima parte del canalino alla sua attaccatura, con arrampicata non difficile, ma complicata dall’esigenza di evitare di stuzzicare troppo alcuni inquietanti blocchi a dx (IV; 3 ch.).
Al centro della placca, dove la roccia si offre maggiormente lavorata, si accetta quindi l’invito a salire “dritto per dritto”; dopo un difficile ma molto elegante passo con incrocio verso dx, si prosegue ritornando verso il centro della placca, per ristabilirsi infine sull’esile gradino di sosta (V+ poi V; 2 ch. e 1 cordino su clessidra; sosta su 2 fix con anello).
L2 – 20m
Per rocce più lavorate ma comunque molto ripide, si prosegue quindi sempre in verticale, fin sotto una fascia di rocce più scure e aggettanti – un po’ troppo rotte e muschiose – che sbarrano l’ingresso all’ultima parte dell’imponente bancata (IV; 3 ch.).
Aggirato l’ostacolo verso sx o verso dx (IV+; 1 ch. in entrambi i casi) ci si ristabilisce sopra una profonda spaccatura obliqua, proprio sullo spigolo della struttura, che poi si segue fino al punto culminante della struttura restando sempre a dx del filo (V poi IV; 4 ch.).
Nota: dopo aver rinviato il primo chiodo nella spaccatura obliqua, nonché il secondo bene in vista sulla fantastica placca compatta a dx dello spigolo, occorre affrontare alcuni movimenti ancora piuttosto sostenuti ed esposti, con il terzo chiodo ben nascosto 4 metri sopra… conviene quindi proteggere il passaggio piazzando un buon friend e/o nut in una provvidenziale fessurina verticale parallela allo spigolo.
L3 – 20m
Con pochi metri di discesa (1 ch. per azzerare il passaggio) si raggiunge il sottostante colletto, proprio sotto lo spigolo SE del più alto edificio di roccia, dove si può sostare più comodamente.
Rimontata una facile spalletta erbosa subito a sx del filo, si guadagna un netto diedro con un bel passo atletico (IV+; 1 clessidra con cordino).
Il diedro è chiuso in alto da un tettino sporgente, che si aggira uscendo verso dx, presso l’ultima sosta dalla via del Fungo, e poco sotto l’alberello di arrivo della via Fertobon (III; 1 ch. alla radice del tettino; sosta su 1 fix con anello, più eventuale fettuccia su solido spuntone).
Discesa:
A piedi o in corda doppia sulle soste della via, come per tutte le altre vie del settore.
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