Attacco attualmente molto evidente nel diedro (chiodone da mine in terra e basamento della vecchia croce del Bucie poco sopra). Nonostante il secco dei giorni precedenti abbiamo trovato il diedro di L1 e L2 abbastanza umido e con parecchie teppe erbose bagnate (passaggi chiave della salita in queste condizioni). In L2 tagliare a dx sulla crestina subito dopo al secondo fix, in corrispondenza di un terrazzino erboso. L3 con passo in placca non banale (Bessone nella sua relazione parlava di un passo di V). Da L4 la via abbandona l’ombra e diventa splendidamente panoramica. Personalmente ho trovato un filo sovragradati la fessura di L5 (ottime prese) e la placca di L7 (anche se è pur vero che è praticamente improteggibile, prima del ch. si riescono a piazzare un nut in un buchino e un BD #0.3 in una fessurina rovescia). Delicate entrambe le disarrampicate (la prima pure esposta) e il camino di L9 (trovato un po’ umido e con qualche masso instabile). Bella la risalita in cresta e il delicato traverso esposto in piena parete est (chapeau a Bessone!).
Riguardo alla considerazioni generali condivido quanto detto da Steu94: ottimo salire in scarpe da approach (i passaggi non sono mai di aderenza pura e anche nei tratti di teppa del diedro iniziale le scarpe sono più comode delle scarpette), soste ottimamente attrezzate (abbiamo sostituito il cordone di S1).. ma le varianti e i fix di progressione c’entrano poco in una via così: danno il senso della direzione da prendere ma se poi ci si confonde con i fix delle varianti si è da capo!
Materiale consigliato: corda da 50m, un set di friend dal #0.3 all’ #1 BD, qualche nut medio, 6-8 rinvii (almeno la metà allunghini).
Con Marco, in gran spolvero sul suo “papà Bucie”.