Brenta (Crozzon di) – Via delle Guide

Brenta (Crozzon di) – Via delle Guide
La gita
pietro1844
5 11/09/2022

Scrivo solo alcuni commenti dato che oramai è passato quasi un mese. Il giorno prima era piovuto sia di giorno (poco) che di notte (molto) e la via era una colata unica ma confidavamo nel sole che era già sulla parete alta e scendeva. Le temperature non erano estreme, abbiamo attaccato alle 7:30 con 6° circa mi pare e non abbiamo patito eccessivamente il freddo. Siamo andati abbastanza spediti sui primi tiri non patendo il bagnato. Dei tiri di 5+ il più duro direi sia stato il primo dalla cengia perchè più continuo, il secondo è una sequenza di due passaggi su placca con fessuretta. L’ultimo tiro era completamente bagnato ma siamo riusciti a traversarlo tutto fino al canale camino a sinistra e superarlo anche questo a sinistra finendo su roccia asciutta e facile arrampicata fino all’ultima sosta prima della salita di circa 100m si 2°/3° che si effettua salendo dritti poi un pochino a sinistra poi a destra verso lo spigolo e infine ancora a destra sempre vicini allo spigolo fino alla vetta. Arrivati alle 20:30 abbiamo dormito al bivacco e alle 7:30 abbiamo cominciato la discesa: con le spalle la porta del bivacco un 10m a sx c’è la prima catena di 2 doppie da 20m circa che portano al colletto (li chiamano intagli) con la montagna di fronte. Da qui le relazioni (meglio seguire quella di orme verticali) parlano di una cengia ma in realtà c’è un traverso bello esposto con un pò di neve ghiacciata per fortuna ben spittato (il primo un pò alto) di circa 30m che portano in senso antiorario fino allo spigolo dx da cui vinto uno strapiombetto risalire la cresta e raggiungere la cima della montagna. Poi si cammina su un bel pianoro lungo dove in fondo ci si cala ancora su un altro colletto (2* intaglio) di fronte al quale verso sx si risale con un tiro facile di corda fino alla cima sud. Poco avanti un altra calata salta il 3° intaglio e scendendo verso destra su un pendio ghiaioso aggirando un pilastro sulla sinistra si arriva ad un altra calata appena sopra del 4° intaglio. Ci si cala quindi verso dx dentro un canale ghiaioso (tappeto di catrame arrotolato) per raggiungere un golfare sulla parete di fronte (un pò scomodi rimanere appesi) sempre da aggirare in senso antiorario per altri 40m metri circa esposti da fare protetti e poi slegati su una lunga comoda cengia lato sud alla fine della quale c’è una discesa poco sotto la quale attrezzata con calata su largo colletto (5° intaglio) e più giù verso dx, spalle alla calata, una catena per una doppia di circa 50m fino ad incontrare il primo golfare sulla parete di fronte. Da qui effettuare un altro traverso di circa 50m sempre in senso antiorario ma più facile con cengia più larga (sempre con un pò di neve ghiacciata) e qualche golfare che porta sullo spigolo dx da cui comoda cengia porta ad una curva chiusa da un canale con a sx una larga cresta o pendio pietroso di 1/2° che si risale a zig zag (ometti) fino a un grosso ometto da cui sempre in senso antiorario su una cengia eposta ma protetta da golfari in circa 30m si arriva ad un canale camino chiodato di 2/3° da risalire con 3 tiri ma la prima sosta un pò a dx si può anche evitare. Si arriva quindi su una crestina di circa 15m che incontra perpendicolarmente la paretina finale di una decina di metri per raggiungere cima Tosa. Da qui alcune relazioni finiscono perchè in effetti è più facile. Si seguono gli ometti che vanno prima dritte per aggirare una conca sulla destra e poi tutto verso sx fino a superare il canalone neri e quando si vedono due laghetti a sx si comincia a scendere seguendo sempre degli ometti per circa 200m di dislivello e quindi, superate un paio di cengione, quando gli ometti sembra portino troppo verso sx andare invece a degli altri ometti a dx per rintracciare una catena di calata. Fare la prima corta di circa 20m e poi la seconda farla fino alla fine della corda (60m) che conduce comodamente sul sentiero e da qui al Pedrotti e poi risalire a sx la cengia naturale stupefacente per il colle da cui si scende al rifugio Brenta e all’auto…

ringrazio i miei due super compagni di avventura Tommy e Michele. Impiegate 13 ore la salita e 12 la discesa fino alla tenda. La via fatta a fine stagione è stata più impegnativa di come raccontata sulle relazioni ma, almeno io, non siamo esperti di dolomiti dove l’esposizione, la mancaza di spit e chiodi, di info dettagliate, la rocccia frantumosa e il meteo variabile fanno il terreno avventuroso e forgiano gli scalatori che sopravvivono…

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