Blinnenhorn o Corno Cieco dalla Diga di Morasco, anello per Passo dei Camosci

Blinnenhorn o Corno Cieco dalla Diga di Morasco, anello per Passo dei Camosci
La gita
lucabelloni
2 13/03/2022
Accesso stradale
strada pulita, grosso parcheggio 200 m prima di Riale
Osservazioni
Nessuno
Neve (parte superiore gita)
Farinosa ventata
Neve (parte inferiore gita)
Primaverile/trasformata
Quota neve m
1700
Equipaggiamento
Scialpinistica

Gita sociale del CAI Pianezza con 20 partecipanti. Sabato siamo saliti al Rifugio Claudio e Bruno con partenza da Riale. Si parte sci ai piedi dal paese, comoda stradina fino alla diga del Morasco, quindi abbiamo risalito il canalino del Rio dei Sabbioni che è in ottime condizioni e si sale interamente sci ai piedi anche grazie ai pochi cm di neve caduti nella notte (rampant praticamente indispensabili). Allo stato attuale non presenta problemi di sicurezza visto che i pendii laterali sono completamente spogli di neve. All’uscita del canale nebbia molto fitta; per fortuna erano saliti i gestori del rifugio e quindi abbiamo seguito le loro tracce, evitandoci un po’ di ravanamento. Arrivati alla diga del Sabbione siamo scesi a piedi sul lago che abbiamo attraversato per intero, risalendo poi al rifugio senza grosse difficoltà anche grazie ad una bellissima schiarita che ci ha anche permesso di godere dell’ambiente spettacolare. Salita non difficile ma molto lunga e articolata, il tutto con anche la nebbia che ci ha costretti frequentemente a fermarci per verificare che fossimo sul percorso corretto, abbiamo impiegato quasi 6 ore. Serata piacevole al rifugio dopo quasi 2 anni di stop forzato alle gite di più giorni.
Domenica salita al Blinnenhorn; partenza alle 8 e salita abbastanza rapida e priva di difficoltà tanto che alle 11 eravamo tutti in vetta. Traccia fatta da 2 gruppetti partiti poco prima di noi; partiti con un po’ di nubi, a circa 3.000 m abbiamo bucato e siamo arrivati in vetta con il sole. Per precauzione abbiamo usato i rampant per tutta la salita; si arriva con gli sci a 5 metri dalla cima, anche se gli ultimi 50 metri di salita sono un po’ più tecnici a causa della poca neve dura. Vento molto forte che ci ha costretti a scendere abbastanza velocemente, anche se purtroppo un paio di inconvenienti tecnici (problemi per 2 attacchi) ci hanno fatto perdere quasi un’ora.
In discesa, neve dura e non bella nei primi 50-100 metri, poi sempre meglio; un po’ ventata ma ben sciabile e a tratti anche qualche fazzoletto di farina anche se la nebbia a tratti ha ridotto la visibilità. Dopo un po’ di valutazioni, abbiamo deciso di scendere sul Ghiacciaio di Gries e quindi di rientrare dal passo omonimo. Nella prima parte del ghiacciaio visibilità nulla e discesa strumentale, poi siamo usciti dalle nubi e quindi ci siamo goduti una bella discesa fino al Lago di Gries, impreziosita dall’ambiente veramente maestoso; peccato che il ghiacciaio sia abbastanza piatto e quindi a tratti si spinge un po’; per evitare crepacci e avere maggiori punti di riferimento conviene scendere sul lato destro del ghiacciaio. Raggiunto il Lago di Gries è di nuovo arrivata la nebbia che ci ha fatto penare un po’ per individuare il punto migliore per risalire al passo; sono solo 50 metri di dislivello ma un po’ ripidi. Arrivati al colle ci siamo trovati nel più totale white-out, con visibilità pressochè nulla; abbiamo cercato di individuare i pendii migliori per la discesa ma qui la neve è veramente scarsissima (immagino a causa del vento che ha ripulito per bene) e quindi, pur avendo una traccia GPS, più volte ci siamo trovati a seguire delle lingue che poi finivano irrimediabilmente nel nulla. Dopo quasi 1 ora di tentativi infruttuosi ed essendo ormai quasi le 15,30, abbiamo deciso di scendere a piedi seguendo il sentiero estivo, dove peraltro sotto i 5 cm di neve fresca ci sono delle placche di ghiaccio vivo che ci hanno costretti a mettere i ramponi (altra notevole perdita di tempo); col senno di poi, probabilmente a parte i primi 50 metri sotto il colle i pendii sono praticamente tutti raccordati (magari togliendo gli sci per pochi metri dove ci sono pietre) e la neve non sembrava nemmeno così male, però non potevamo permetterci un ulteriore cambio di assetto che ci avrebbe fatto perdere ancora più tempo e quindi siamo scesi a piedi fino alla piana del Bettelmat da dove abbiamo finalmente messo gli sci e seguito la stradina per il Morasco; occhio perché sulla stradina c’è un tratto molto insidioso con passaggio obbligato e un po’ esposto che è costato una caduta ad una partecipante, per fortuna senza conseguenze ma in un paio di punti si passa sopra delle rocce, quindi da fare con molta cautela!!! A causa di tutti questi contrattempi siamo arrivati a Riale verso le 19, quando ormai era buio.
Giornata eterna e costellata da continui intoppi di carattere tecnico e dalla nebbia che in alcuni momenti-chiave ci ha costretti a delle notevoli perdite di tempo. La valutazione di 2 stelle è ovviamente riferita alla nostra discesa (3 stelle sul ghiacciaio, non giudicabile dal passo Gries non avendo di fatto sciato se non sulla stradina), con bel tempo e buona visibilità secondo me con le attuali condizioni ce ne stanno sicuramente almeno 3 (forse anche 4).
Nonostante tutte le avversità, 2 giorni comunque in ambiente spettacolare. Gita da non sottovalutare dal punto di vista fisico per il lungo spostamento, mentre tecnicamente non ci sono particolari difficoltà (piccozza, ramponi e imbrago consigliabili essendo su ghiacciaio, ma in condizioni normali non li avremmo usati). Buono il trattamento al Rifugio Claudio e Bruno gestito dai volontari del Mato Grosso (65 € la mezza pensione).

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