Bianco (Monte) dal Refuge des Grands Mulets

Bianco (Monte) dal Refuge des Grands Mulets
La gita
anonymous
5 16/06/2005
Osservazioni
Nessuno
Quota neve m
2100

Partenza con le pelli dalle prime lingue di neve immediatamente sotto la stazione intermedia della funivia; tolti gli sci per scendere la morena laterale destra del Glacier des Pèlerins, risalita a lato della morena sinistra per evitare gli scarichi di valanga dell’Aiguille du Midi; traverso diagonale trovato innevato sino al caratteristico masso tondo della Salle à Manger, poi discesa a piedi attraverso le lingue di neve e le pietraie della Pierre à l’Échelle fin all’accesso sul Glacier des Bossons. Attraversamento, sci in mano, di breve crepaccio alla Jonction (inutili qua ramponi e corda, consigliabile la piccozza e… una certa celerità di manovra, dati i seracchi incombenti!). Resto della salita sino ai piedi del sentiero attrezzato per il rifugio senza problemi di sorta. Pomeriggio di relax, cena (II turno), breve sonno sino all’una, partenza alle 2 sci ai piedi. Nottata chiara e non fredda, neve granulosa, crostosa in superficie, tracce di discesa indurite (oltremodo utili i rampanti). Unico problema alpinistico – risolto dai Focolaccini grazie a staffa, recupero su corda e… piramide umana per i meno funamboli – un crepaccio aggettante apertosi sulla traccia dei giorni precedenti verso q. 3.700 m, in sinistra orografica, appena sotto la soglia del Petit Plateau. Primo sole a quota 4.000, sopra il Grand Plateau; neve in cresta ancora gelata già sotto la Cabane Vallot, dove la maggior parte dei salitori abbandona gli sci (ma una decina di loro li porta in vetta per scendere la Nord) e calza i ramponi. Cresta delle Bosses sicura e ben pistata – superflua, se non controindicata, la corda di conserva, non essendo possibili efficaci ancoraggi! – , unico disagio la gelida brezza tesa che soffia dal lato italiano. L’alti-cronometro registra 4.810 alle 11.56 del 03-06-00, visibilità a 360°… Per me è la decima salita al Bianco coronata da successo nell’arco d’un trentennio, ma… ora c’è da pensare a scendere perché dalla Val Padana è in arrivo nuvolaglia. Iniziamo a sciare verso le 14 tra sbuffi passeggeri di nubi. Neve trasformata bellissima sul Grand Plateau, che però peggiora man mano che si perde quota… sempre però al di sopra degli standard di sciabilità “appenninici”! Il crepaccio aggettante dell’andata è superato con salto (senza sci), mentre un’altra comitiva apre una nuova traccia di discesa tra i seracchi sulla destra… All’altezza del rifugio la neve si fa pessima, con molti crepacci visibili (e chissà quanti invisibili!). Qualcuno che è arrivato prima – e qualcun altro anche in quel mentre – azzarda la discesa della Jonction: sapremo poi che hanno preso di stretta misura l’ultima funivia delle 17.30. Molti però fanno come noi e pernottano per fare la discesa l’indomani con neve un po’ meno molle… Il cielo si copre di nubi, in nottata nevica e deposita una decina di centimetri. La mattina il sole riapre un varco tra le nubi e il resto della discesa viene fatto a gruppi scaglionati per non ostacolarsi a vicenda nei passaggi obbligati della pista tracciata. Risaliti tutti alla Salle à Manger, dopo l’attraversamento del ghiacciaio dei Pèlerins molti optano per proseguire a piedi per il sentiero alto, ma la neve si mantiene ancora ben sciabile – ultime serpentine, poi per quest’anno basta! – sull’esterno della morena destra fin sotto la stazione funiviaria a 2.150 m s.l.m.
Partecipanti: A. Corsi, A. Giovannini, G. Reggimenti, M. Dinelli (“equipaggio 1”, dal 2 al 4 giugno); A. Mori, D. Arosio, E. Barsottini, N. Agnoloni (“equipaggio 2”, dal 2 al 3 giugno).

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