Bianco (Monte) – Cresta di Peuterey per l’Aiguille Blanche

Bianco (Monte) – Cresta di Peuterey per l’Aiguille Blanche
La gita
enzo51
5 07/08/2020
Accesso stradale
di facile accesso fino al divieto a valle del sentiero su al rifugio.

Le rassicuranti informazioni raccolte strada facendo sulle attuali condizioni, piu’ la presenza di un ottima traccia, ma piu’ importante ancora il vantaggio di potermi avvalere dell’aiuto di una guida esperta, la relativa tranquillita’ di poter disporre di piu’ giorni di bello continuo, fattori questi importanti a a far si che un ascensione di spessore come questa, venisse affrontata entro accettabili margini di sicurezza a tutti i livelli, e dal punto di vista tecnico, della tenuta fisica e sul piano umano.
Una tirata unica con paretenza dal Monzino ore 3.30, colle innominata alle 6.00, viene chiaro, tre doppie, due da trenta una da 25m, si posa piede sul ghiacciaio, lo si contorna con giro alto per scansare tutta una serie di enormi buchi.
La traccia invita a scendere ulteriormente addirittura fino a valle della breche delle Dame Anglais, per poter accedere cosi alle famose cengie Schneyder con una lunghezza non banale su roccia a riprendere la neve su traccia ora meno evidente. Le cengie’ una volta individuate, portano con salita lunga e impegnativa a contornare il Pic Gugliermina, e a uscire in cresta lato Brenva, da dove il cammino abbastanza obbligato a arrivare alla Blanche, e’ ancora lungo. Blanche alle 14, traversata delle tre punte su cresta aerea e ghiacciata, con la traccia a rassicurare un minimo, ma anche con la nord li sotto un unico immenso lastrone di ghiaccio vivo. Sei doppe da 25m l’una, soste tutte ben attrezzate, con ultima di trenta a posare piede al col de Peuterey. Crepaccia praticamente inesistente. Sosta al colle di un oretta per un brodino vegetale e un riposino davvero tanto desiderato. Ore 17 si riparte, cercando il percorso migliore e piu logico prima a sx di poco a lato il couloir Eccles, poi tutto a dx su roccia con passaggi a zig zag piuttosto impegnativi..sara’ stata un po’ anche la stanchezza arrivati a questo punto a fare la differenza. Morale.. toccato il Pilier d’angle continuiamo fino allo spallone quotato 4308m alla base del salto finale che porta dritto al m.b di Courmayer. Si manifesta necessaria un seconda pausa per il recupero delle forze ormai al lumicino..sono le 20, non sara’ lunga, un paio d’ore, forse meno.. preferibile l’azione allo star fermo a -6° a prendere giacche di freddo. Ore 23 si riparte alla luce delle frontali in un ambiente surreale, supereremo con non poche difficolta’ l’ardita e ghiacciata cresta fino alla cornice gia’ abbattuta sempre su buona traccia dove c’era, ma anche per ampi tratti in ghiaccio vivo. Usata una vite in un traverso breve verso sx a 60°. Siamo sul M.B de Courmayer in vetta al bianco un ora dopo. Sono le 03.30 del mattino.. 24 esatte le ore, da quando abbiamo lasciato il rifugio, la luna a rendere il paesaggio spettrale, il vento teso a intimare subito a scendere. Ancora una pausa di un oretta alla Vallot per rinvenire un po’ dallo sbattone subito a arrivare sin qui, e l’eterna e massacrante discesa a rientrare dal Gonella alle prime luci dell’alba ormai del giorno dopo.

Finalmente la Blanche ritenuto il 4000 in assoluto piu’ difficile tra tutti quelli appartenenti alla lista degli 82, e che ora avendo toccato con mano come negare non lo sia davvero..
Grande l’impegno.. un sogno coltivato per anni..giunto al suo epilogo finale, ora con gli 82 4000 tutti saliti e’ tempo di chiudere un capitolo della propria vita di alpinista di lungo corso e riaprirne un’ altra, certo non piu’ esaltante come stato finora, del resto gli anni passano..una cosa e’ certo non mi privero’ del piacere che se ne ricava comunque tutte le volte fatto il sacco prendere la vie dei monti.
Con Gianni Predan (pro) a un anno dal Brouillard ora qui’ alla Blanche sempre con lui. in questo lungo viaggio tutto in salita sin sul tetto d’Europa con altre due cordate di tedeschi a bivaccare i primi due provenienti dalla Noire al Col Peuterey, i successivi due accanto a noi nel gelido bivacco a monte il Pilier d’Angle, ma solo noi motivati a riprendere a salire malgrado l’ora strana fino in cima al Bianco.

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