Bianco (Monte) – Cresta di Peuterey per l’Aiguille Blanche

Bianco (Monte) – Cresta di Peuterey per l’Aiguille Blanche
La gita
manuel_c
5 09/09/2007

Salire la cresta di Peuterey è stata per me la realizzazione di un piccolo, grande sogno. Ritrovarmi lì, in quegli stessi luoghi dove la mia fantasia, attraverso le letture, era finita più volte è stata un’esperienza straordinaria. Fare la salita con dei compagni nuovi, condividere l’emozione unica di un bivacco in una truna di neve alla soglia dei 4000 m., al cospetto del Pilone Centrale, sbucare sulla vetta più alta delle Alpi… cosa chiedere di più? Niente davvero.

Dopo l’agosto piovoso, dovevamo cogliere al volo questa alta pressione settembrina… così venerdì sera arrivo a Courmayeur. Guardo lassù… “com’è vicino il Monte Bianco… com’è lontano il Monte Bianco”.
Siamo partiti dalla Val Veny alle 2.30 del mattino del sabato. Non siamo passati dal Monzino, ma dopo aver risalito la prima rampa di sentiero attrezzato, abbiamo proseguito a dx per tracce di sentiero e abbiamo raggiunto l’ex ghiacciaio di Chatelet. Giunti al colletto dell’Innominata il sole a fatto capolino e il giorno grande è iniziato. Il colpo d’occhio sulla Ovest della Noire è incredibile! Al colletto la mente non può fare a meno di tuffarsi nel ricordo della tragedia del luglio 1961, dove perse la vita tra gli altri A. Oggioni (più di una targa lo ricorda). Il Freney è un ghiacciaio terrificante… il suo attraversamento è stato particolarmente laborioso. Ad un tratto ci siamo dovuti calare dentro ad un buco per 5 o 6 metri (lasciato cordino su fungo di ghiaccio) per poi risalire l’altra faccia del crepaccio in piolet traction (strapiombante). Gli zaini sono passati attraverso un sistema di teleferica :). Tutto questo in compagnia di grandi tonfi di seracchi proprio a fianco dei rochers Gruber. Per scalare la Blanche abbiamo impiegato tutto il giorno. La montagna è veramente enorme e vista sempre da distante non ci si rende conto. Arrampicare con lo zaino bello pesante è stato veramente estenuante. L’arrivo in vetta, però, è stato memorabile perché l’aspettavo da tempo questa montagna. L’attraversamento delle sue cime per la sua cresta SE, a tratti ghiacciata, è molto delicato… passare proprio sopra la vertiginosa parete N è davvero impressionante. Infine, 5 doppie verso le 8 di sera ci hanno portato a Col Peuterey. La sera ci hanno fatto compagnia dall’alto altri due alpinisti che bivaccavano sotto la Chandelle del Pilone. Il brodo caldo sorseggiato alla sera ci è sembrato così buono… sarà stata la fame, la fatica o semplicemente la felicità di trovarsi lì?
La domenica, non ci siamo svegliati presto (solo verso le 6)… si stava così bene nella truna! Dopo una grande colazione, abbiamo passato la terminale e attraverso il couloir Eccles abbiamo proseguito la nostra super giornata. La cresta finale non avrei pensato fosse così ripida… due picche rassicuravano il passo. Attualmente, la parte finale della cresta a tratti si presenta con ghiaccio duro e si deve procedere con cautela. Alle 12.30 circa, l’uscita, la gioia! In vetta al Monte Bianco di Courmayeur… non nascondo che dopo aver capito quello che avevamo fatto mi sono commosso al fianco dei miei amici. Mezz’ora per arrivare sul Monte Bianco e poi giù… più presto che si può a prendere l’ultima all’Aiguille du Midi.

Un grazie sincero a Matteo per avermi fatto conoscere la magia della cresta di Peuterey. Un grazie ed un saluto agli altri grandi compagni di scalata: Arnaud, Luca, Stefano e Luigi.

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