Con le condizioni attuali, noi abbiamo preferito muoverci più leggeri e comodi: corda singola, scarpe da avvicinamento anche per arrampicare, ramponcini per attraversare il ghiacciaio di accesso.
Per l’avvicinamento non siamo scesi al pannello fotovoltaico ma abbiamo proseguito sulla morena fino ad attraversare il ghiacciaio dove è pianeggiante, all’altezza della cengia di accesso.
Sulla via, vista la roccia non al top, abbiamo preferito fare tutto a tiri, ad eccezione del tratto di II grado sopra L1. Nella parte centrale dove ci sono le soste ogni 55m, abbiamo spezzato i tiri su spuntoni/ friends per limitare gli attriti.
Le soste di calata con cordini sono apposto. Il rifugista ci ha detto che entro fine estate dovrebbero andare a mettere qualche spit nel tratto molto esposto di discesa dalla vetta in cui si disarrampica ed è scarsamente possibile proteggersi.
Al rientro si pestano ormai pochi tratti di nevai in piano con neve molle.
Se dovessero leggere questa relazione, mando un saluto ai toscani e agli altri 2 ragazzi che salivano nel nostro stesso giorno ma che abbiano perso di vista dopo i primi tiri.