Bella gita con arrampicata sicuramente divertente, solo tre stelle a causa della lunghissima discesa e del tempo che, come spesso accade nelle Valli di Lanzo, regala nebbia e freddo.
Partenza dal Gastaldi alle 5, tempo ancora discreto con qualche nuvola dalla pianura e freddino (2°). Difficile individuare il sentiero che sale alla morena (visto poi solo al ritorno). L’ attraversamento del ghiacciaio non necessita effettivamente di picozza e ramponi. L’ attacco é ben individuabile, cordino e vena di quarzite come dice la GMI.
Per la scalata sottoscrivo quanto detto da Luciano. Circa 500 m di sviluppo, compresi il trinagolo iniziale e l’ ultimo tratto ceh si fanno interamente di conserva. Raggiunti dalla nebbia, sempre in agguato dal basso, al penultimo tiro. Dal segnale Rey, la doppia é evitabile scendendo sul versaante est e traversando su una cengia, che sembra quasi un sentiero. Noi abbiamo attraversato sul versante francese, sconsigliabile, ancora anche un po’ di roccia ghiacciata, ma senza grossi problemi. Arrivo in vetta alle 13, totale 7 ore mezza….decisamente troppo lenti.
In discesa abbiamo evitato il canalino dei francesi (così da noi definito), Luca ci ha provato ma scaricava molto e la neve ancora presente necessitava assolutamente di ramponi. Evitare quindi il canale e seguire le frecce bianche proprio sul filo di cresta e che in quel punto sembrano volatilizzarsi(naturalmente nebbia totale dall? Ialia). Raggiunta una spalla puntare a destra per un canale “molto sfasciumoso” o per roccette (le frecce bianche si perdono nuovamente) e raggiungere i nevai sottostanti. Fine delle difficoltà e inizio del lungo periplo del Col d’ Arnas. Andando (troppo) tranquilli, 5 ore fino al Gastaldi. Sottoscrivo l’ esigenza di attrezzare una via per le calate sul versante italiano.
In compagnia di Melina, Luca, Titti, Paola, Fabio, Michele, Elisa e Franco