Belle Combe (Mont de) da Arnouva

Belle Combe (Mont de) da Arnouva
La gita
brunello-56
5 10/07/2016
Accesso stradale
Con la navetta ad Arnouvaz da Courmayeur

Si torna sempre volentieri in Val Ferret, specie ora che è stata ripristinata la navetta per Arnouvaz; e da Arnouvaz dove andare, se non in quel vallone delle meraviglie che è il Vallone di Belle Combe? L’idea era di risalirne la testata, magari senza una destinazione ben definita, poi i programmi sono cambiati “in progress” per due motivi:
c’è ancora troppa neve nel vallone, mentre secondo me l’escursione rende se effettuata su terreno pulito, per apprezzarne fino in fondo la wilderness;
sono arrivato nel vallone un po’ troppo alto in quota per cui, anche volendo proseguire, avrei dovuto scendere per poi risalire; vero che “la quota logora chi non ce l’ha” ma non bisogna esagerare e mantenere quella giusta.
Partito dal capolinea del bus sono salito all’alpeggio di Arnouvaz sul sentiero TMB e qui subito un’occhiata al fatidico sentiero 26, che da qui parte indicato da un cartello di pericolo, sempre col pensiero di percorrerlo.
Poi ho iniziato la salita sui prati, senza percorso definito, puntando al promontorio a quota 2450 m ca, visibile dal basso, sempre rimanendo sul bordo del vallone che strapiomba sul torrente e sbirciando sulla forra ad ogni occasione. Per raggiungere il promontorio si incontra un ripido pendio roccioso, io l’ho aggirato piegando a destra seguendo delle tracce ma portandomi un po’ fuori posizione; si sbarca comunque su una cresta erbosa che collega con la Punta di Bella Combe, la cresta va scavalcata, di fronte compare un valloncello detritico che va attraversato scavalcando poi la cresta che lo delimita. E’ qui che, per attraversarlo, mi sono alzato troppo; conviene invece attraversarlo alla base, vi sono anche tracce di sentiero.
Attraversato il valloncello detritico si apre la testata del vallone di Belle Combe; come detto, però, un po’ per la neve un po’ per la quota troppo elevata ho deciso di cambiare percorso. Prima sono salito sulla vetta del Monte di Belle Combe (è cambiata rispetto alla scorsa volta, non ci sono più i due bastoni a mo’ di corna) poi ho percorso tutta la cresta verso il Charfiere salendo verso la vetta di questo; purtroppo nei tratti più impegnativi dove occorre usare le mani Frank ha avuto difficoltà per cui proprio sotto la cima ho rinunciato.
Al ritorno ho cercato di inquadrare il percorso mantenendomi sulla quota giusta, poi arrivato ad Arnouvaz non ho resistito alla tentazione del sentiero 26 e ne ho percorso un pezzo, fino al primo tratto attrezzato a pochi metri dalla partenza. Vista la prima parte non sembra particolarmente ostico, serve solo a tanta attenzione e prudenza, specie ora che il fondo è sporco visti i tanti detriti franati.
Gran bella escursione, non importa se senza una meta prefissata. Sempre apprezzabile la solitudine in questo angolo: lasciato il sentiero TMB più nessuno sulla via, gli unici incontri sono stati una volpe ed una marmotta. Val Ferret invece intasata all’inverosimile, sia di macchine che di persone, come anche la navetta al ritorno.
Valutazione ancora una volta da 5*, anche per un meteo spettacolare nonostante le previsioni parlassero di peggioramento con aumento della nuvolosità.

Anche oggi con Frank, che sulla salita allo Charfiere si è superato, raggiungendomi quando io stavo per tornare indietro da lui. Già troppo caldo per lui, il bagno nel torrente di Belle Combe è stato un toccasana.
E grazie alla moglie per il recupero a Larzey, lontano dalla confusione della Val Ferret.

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