Roux (Mont) e Mont Bechit e da Airale, anello per i colli Giassit e della Lace

Roux (Mont) e Mont Bechit e da Airale, anello per i colli Giassit e della Lace
La gita
rfausone
4 06/07/2013
Accesso stradale
senza problemi
Traccia GPX
M. Roux-M. Bechit salita da cresta Sud-discesa da Cresta Ovest
Partenza da Airale

Ancora qualche incredibile traccia di neve nei pressi della cresta tra Roux e Bechit e sui versanti Nord.

Sto continuando la serie di lunghe salite e questa volta colgo l’occasione di traversare la cresta Roux-Bechit che da tantissimo volevo fare, ma non ero mai riuscito a trovarne l’occasione. Cosa meglio che farla partendo dal fondovalle piemontese? Dopo avere analizzato a fondo le varie possibilità di partenza decido di salire da Carema, poichè mi sembra un pò più diretta e riesco ed evitare una risalita già poco dopo la partenza. Invece di partire dal parcheggio nella parte bassa di Carema, decido di andare a prendere la mulattiera in cima al paese, in modo da evitare il tratto su asfalto. Peccato che però non riesco a trovare più alcun parcheggio libero e così mi ritrovo a Sillanc da dove partirò nella realtà. Dopo breve percorso mi collego con il sentiero che parte da Airale e risalgo la bella mulattiera che percorsi un paio di anni fa e che mi porterà a Maletto. Qui mi fermo a parlare un po’ con un pastore prima di proseguire in direzione del Colle dei Giassit. Nei pressi dell’Alpe Truc mi soffermerò a parlare molto a lungo con un altro pastore e poi su direttamente verso il colle. Arrivato al colle vorrei salire la cresta Ovest ma non so come sarebbe scendere la cresta Sud che so essere attrezzata ma non ne conosco le difficoltà. Decido quindi di proseguire sul lungo traverso verso il Colle della Lace tagliando direttamente verso la cresta poco prima del colle. Scoprirò che la cresta non presenta alcuna reale difficoltà essendo attrezzata per chiunque effettui l’ Alta Via che passa proprio qua. Salendo incrocio una simpatica famiglia di Graglia che sta portando la giovane figlia alla sua prima salita su di una cresta un po’ esposta. Faccio una breve sosta in vetta giusto il tempo necessario per scrivere qualcosa sul libro di vetta e poi proseguo per cresta verso il Bechit. Nel frattempo le nebbie hanno coperto completamente il lato biellese della montagna ed arrivato in vetta decido di proseguire fino al Colle di Carisey.
Al ritorno verso la cresta percorsa all’andata, incrocio per l’ultima volta la famiglia di Graglia che prosegue invece verso il Rifugio Coda. Arrivato nuovamente in vetta al Roux scendo dalla cresta Ovest su di un percorso a tratti esposto e con alcuni passi di I ed uno di II; la maggior parte del tratto che mi ricondurrà al Colle dei Giassit è comunque da camminare anche se con la dovuta attenzione. Lascio le nebbie a questa quota e ritorno senza problemi fino a Maletto. Qui incontro nuovamente il pastore del mattino e mi fermo lungamente a parlare con lui che infine mi invita a ripassare una prossima volta a mezzogiorno in modo da gustarci una polenta insieme. Torno nuovamente all’auto “gustandomi” invece questa bella mulattiera, i terrazzamenti dei vigneti e le varie toppie.
In discesa ragiono su di un discorso che ho fatto pochi giorni fa con Simone Moro, in cui si parlava dell’importanza in montagna sia dell’alpinismo in tutte le sue forme e le sue ricerche che dell’escursionismo, che della natura e della sua bellezza e infine dell’importanza del lato umano, sia esso legato ai compagni di viaggio piuttosto che le persone incontrate da viandante dei monti. Ed è proprio su quest’ultimo punto, che andando in montagna riscopro continuamente, che recepisco l’importanza di parlare con chi si incontra e spesso vive faticosamente in lugohi talvolta ostici e sicuramente mai aiutato dalle istituzioni. Sono proprio questi incontri che talvolta riempono completamente la giornata e la rendono completa. Ricerca di percorsi nella natura dove mettere alla prova i propri limiti, piacere a godere delle bellezze della montagna e dei suoi scorci spesso bellissimi sommate agli incontri con il cuore vero e proprio di chi di montagna vive tutti i giorni, rendono tutti insieme l’andar per monti vere e proprie esperienze di vita e permettono di riscoprire l’importanza di cose basilari e nel contempo semplici, rispetto alla ricerca mirata solo al successo per acquisire più denaro, più potere e più … cose vuote e che non lasceranno una reale traccia dentro di noi. Simone Moro stesso, prima del nostro recente breve colloquio, parlava dei sogni e dell’importanza di realizzarli, anche contro le convenienze economiche che purtroppo “legano” molto spesso ed obbligano le nostre scelte. Insomma viva i sogni e viva la voglia di andare oltre alle sole prestazioni atletico-sportive quando si va per monti.

Link copiato