Avvicinamento veloce e scorrevole. Attacco identificabile grazie ad un ometto e qualche fix lungo il liscio e placcoso sperone inziale. A mio modo di vedere l’attuale attrezzatura a fix cerca un po’ il difficile a volte, prediligendo il “difficile” in placca piuttosto che seguire le linee di debolezza della parete. Fix comunque ben posizionati e che permettono una veloce progressione in conserva protetta. Personalmente la prima parte non mi ha fatto impazzire, divertente il diedro-camino nella seconda parte: il passaggio in entrata ora è leggermente più duro perché il blocco incastrato che permetteva di “saltare” nel diedro… non è più lì incastrato. Attenzione all’abbondante lichene, facile da trovare umidiccio al mattino.
Dalla fine della cresta vera e propria abbiamo proseguito in cresta fino ad intercettare il sentiero che porta in breve alla Cima di Collalunga: attenzione alla roccia, spesso lichenata e rotta. Passaggi di III e qualche friend medio utile. Noi abbiamo usato due mezze da 40m, una per scalare e l’altra solo per la prima doppia. Discesa dalla Collalunga invece prima su sentiero verso il Colle, poi pendio di sfasciumi e infine sentiero lunghetto ma piacevole fino al park.
ATTENZIONE da segnalare uno spiacevole inconveniente al parcheggio: abbiamo trovato la macchina scassinata e soprattutto abbiamo trovato qualche banconota in meno nel portafoglio (a dir la verità ci hanno barbato anche le monetine). Per chi programma gite in zona consiglio di portarsi dietro i beni di valore, inutile nasconderli visto che i nostri portafogli lo erano eppure sono stati svuotati da qualche simpatico pezzente.
Con Vik.