Asta (Cima d’) Ferrata Gabrielli

Asta (Cima d’) Ferrata Gabrielli
La gita
giuliano
4 13/07/2014

Gita effettuata in 2 giorni, pernottando al rifugio Brentari. La meta doveva essere tutt’altra ma il meteo non ottimale ci spinge all’ultimo a recuperare questo progetto. Sabato partiti alle 10.30 con cielo azzurro solcato solo da qualche nuvoletta, arriviamo all’attacco della ferrata (corta e semplice, direi F come difficoltà ma comunque da percorrere con tutta l’attrezzatura del caso in quanto è presente un tratto verticale) con visibilità già parzialmente compromessa. Superiamo il tratto attrezzato senza particolari problemi (bellissimo lo spettacolare diedro che si trova a fianco dei primi cavi e che la ferrata fortunatamente evita), mentre un successivo nevaietto posto di traverso sul sentiero ci costringe a qualche passaggio di facile arrampicata un po’ esposto. Frattanto il tempo è andato via via peggiorando e, arrivati alla forcella da cui si scende verso il rifugio, si scatena il diluvio con annessa grandine. Ovviamente abbandonati i propositi di salire in cima già di sabato, guadagniamo velocemente il riparo, sperando che il giorno dopo ci riservi almeno una breve finestra di bel tempo per completare l’ascensione. stamattina sveglia alle 5 e quadro meteo abbastanza deprimente; non piove ma sono presenti nuvole basse che avvolgono la Cima d’Asta. Si decide, unici tra gli ospiti del rifugio, di partire lo stesso, considerando anche la brevità dell’ascensione (400 m di dislivello). La salita dal canale dei Bassanesi, nonostante l’aspetto repulsivo, si rivela abbastanza agevole; giunti alla forcella del Canalon (m.2660), attacchiamo la cresta ovest percorsa da una traccia di sentiero alternata a brevi passaggini dove bisogna usare le mani, mai comunque oltre il I grado e con esposizione contenuta. La roccia (blocchi di granito) bagnata rallenta un po’ la progressione ma dopo 1h 20′ circa siamo nei pressi della croce di vetta. Fattore importante, come preannunciato dal rifugista, questa via di salita si presenta praticamente sgombra di neve o con nevai aggirabili. Mentre in vetta decidiamo da che parte scendere, incredibilmente il cielo si apre e ci permette di vedere chiaramente il versante della normale, oltre al tanto decantato panorama sulle montagne circostanti. Optiamo a questo punto per la traversata, confidando di capire dove passi la normale che si presenta molto innevata. Scendiamo agevolmente fino a circa 2600 metri senza bisogno di mettere i ramponi in quanto la neve è abbastanza molle, salvo capire di esserci spostati troppo a sinistra; a questo punto ci accorgiamo di un’esile traccia che si dirige verso la bastionata che ci separa dalla conca del rifugio nonchè intravediamo il palo di legno che segnala la Forzelletta (punto di passaggio obbligato). Riguadagnata la retta via, ci portiamo sotto le rocce mediante un traverso un po’ esposto sulla conca sottostante e sfruttando i cavi corrimano raggiungiamo l’intaglio (questo tratto è fortunatamente libero da neve) e da qui in breve il rifugio. Sono passate circa 3h dalla partenza. Dopo una breve sosta ristoratrice, ripartiamo mentre il meteo si mette decisamente sul brutto. In discesa evitiamo il sentiero più diretto che percorre lastroni di granito, oggi abbondantemente bagnati e optiamo per il più tranquillo 327b (chiamato “il trotto degli asini”, vabbè…), Arrivo all’auto un po’ prima di mezzogiorno, giusto in tempo per evitare la pioggia. Bella salita resa ingaggiosa dal meteo e dalle condizioni di innevamento anomale per il periodo. Un saluto al socio Andrea C. alla prossima!

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