Arnas (Punta d’) o Ouille d’Arbéron Via Normale da Avèrole

Arnas (Punta d’) o Ouille d’Arbéron Via Normale da Avèrole
La gita
viper
4 25/06/2016

Alpinismo F: in questo caso s’intende Faticoso. Partenza a piedi ieri dal parcheggio di Vincedieres, dove capeggia l’ormai famoso divieto di transito datato 20 luglio 1987: così ci sciroppiamo i circa cinque km fino al rifugio, belli carichi, anche se lungo il tragitto veniamo superati da molte autovetture (?) pur essendo il paesino di Averole praticamente deserto. Bah…
Al rifugio, oltre a noi tre, solo altrettanti avventori.
Stamane partenza verso le 5, tuttavia abbiamo perso un’ora buona nel tentativo di attraversare il torrente dove previsto dall’itinerario normale: la passerella infatti al momento non esiste! Abbiamo visto solo un tronco (ovviamente sulla riva opposta), probabilmente il ponticello è stato distrutto e non ancora ricostruito. Dopo vari tentativi in diversi punti del torrente stavamo per rinunciare a causa della corrente troppo forte, quando ci viene in mente di ridiscendere a valle e sfruttare la passerella del sentiero per il Col de Lautaret. Quest’ultima esiste ed ha un’apparenza solida, e una volta attraversata notiamo sulla sinistra una traccia che risale la riva del torrente portando al sentiero della via normale.
A 2560 metri abbiamo trovato i primi nevai e calzato i ramponi; siamo poi saliti bene, su neve portante fino al Col d’Arberon. Anche il successivo tratto per portarsi in cresta è stato da manuale (seguivo la traccia GPS di “rfausone”); sulla cresta invece è cominciato il calvario, perché i nevai erano scarsamente portanti, e a volte si affondava fino alla vita. E’ vero che per diversi tratti ormai affiorano le pietre e ci sono parecchie porzioni scoperte, ma alcuni nevai non sono evitabili e sono risultati molto faticosi da superare. Un po’ di attenzione sull’ultimo pendio innevato, più ripido, e poi finalmente in vetta! Panorama essenzialmente a metà: buono verso la Francia e le montagne di confine, nullo o quasi verso l’Italia.
Dopo esserci ricompattati iniziamo la discesa: il meteo decideva di anticipare il peggioramento alle 11, anziché alle 13 come previsto, così ci siamo beccati un bel temporale di grandine e neve pallottollare quando eravamo a circa 3300 metri. Sono stati 20′ interessanti.
Poi all’improvviso ha smesso e si è rasserenato, così abbiamo potuto scendere più tranquillamente: per la discesa dal Col d’Arberon abbiamo utilizzato le racchette, che avevamo parcheggiato sotto una roccia all’andata, e che sono state di grande aiuto.
Toccante la risalita al Refuge d’Averole, e infinita la successiva discesa su strada fino a Vincedieres (durante la quale abbiamo incrociato un pulmino navetta, ma al rifugio ci avevano detto che il servizio parte da luglio…bah (II) questi francesi non li capisco a pieno…).

La meta era in lista da tempo, e non ci ha deluso: è vero che non ha difficoltà tecniche ma è un bell’impegno fisico in questo periodo. Probabilmente però è anche più bella di quando si riduce ad una sassaia.
Ci sono piaciuti molto i valloni che si attraversano, per i quali la parola “wilderness” potrebbe essere riduttiva.
Ringrazio i soci di avventura Enrico e Davide.
NOTA: aggiungo la traccia GPS applicabile all’itinerario attuale (riferimento alla passerella).

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