- Accesso stradale
- Ok
Dal Rifugio Bozano abbiamo seguito il tubo dell’acqua fino alla base dello zoccolo roccioso, rimontato (alcuni ometti), siamo poi scesi leggermente in direzione di un canalino che permette di arrivare comodamente sulla cengia biancastra.
Scesi diagonalmente un centinaio di metri, appena superato il canalone che separa il Promontoire dal Campia c’è un piccolo ometto che segna l’attacco della via.
I primi due tiri siamo andati a piacere, in conserva, seguendo il facile e aggirando alcuni piccoli gendarmi.
Il terzo tiro (4 chiodi) termina alla forcellina con masso incastrato, ma forse conviene sostare su una cengetta poco prima, per evitare il tiraggio delle corde (allungati tutti i rinvii, non è bastato).
Sul quarto tiro (4 chiodi) abbiamo optato per il superamento diretto del torrione; arrampicata molto bella, consigliato.
Quinto tiro unica difficoltà il passo nel diedro verticale, si può far sosta in uscita su un piccolo spuntone (ometto).
Sesto tiro facile, saliti in conserva.
Calata dal gendarme abbastanza scomoda (due spit e anello) ma molto breve (5 m).
Ultimo tiro (4 chiodi) prima su placca leggermente a destra e poi sullo spigolo.
Risaliti infine per placconi appoggiati e detriti fino in cima, discesa dalla normale.
Materiale utilizzato: corda singola da 50 m, una serie di friend BD fino all’1, alcuni micro nut, dieci rinvii (sei allungabili e quattro semplici), fettucce.
Scarpette rimaste nello zaino, martello e chiodi non utilizzati ma su vie del genere consigliato averli dietro.
In giornata è sempre un bel mazzo, siamo stati però ricompensati dall’ambiente unico e dal privilegio di essere gli unici in parete.
In ottima compagnia di Cornel.