Bell’itinerario nel cuore della ovest dell’Argentera. Itinerario logico ed evidente, peccato perda eleganza nel finale con l’arrivo alla sella e il seguente ravanamento sui ghiaioni per la cima.
L’accesso alla cengia è facile ma da interpretare: al limite del nevaio alla base della Forcella si salgono sulla destra le rocce dove sono più facili, per cenge, erba e sassi si arriva agevolmente alla cengia. Sulla cengia lo sperone si intuisce (molto utile una foto della parete), anche se nella parte iniziale non è molto definito, noi abbiamo attaccato sulla destra con andamento verso sinistra, incontrando presto il filo. Saliti in conserva, facendo tiri nei passaggi più continui. Dalla forcella, a monte del secondo gendarme, anziché salire il torrione, abbiamo optato per la soluzione b, aggiramento a destra per placca e diedro/canale. Questa scelta ci ha portato via un po’ di tempo. Per il resto tutto è filato liscio come se io e Pavo scalassimo spesso assieme. In realtà credo sia la prima volta che ci leghiamo alla stessa corda!
I chiodi che servono sono tutti in posto. Noi abbiamo usato una 1/2 corda doppiata, nut (molto utili), friend BD sino al 2, cordini e fettucce varie. Niente chiodi, né martello.
Meteo non buono, mai visto il sole. Cielo terso al mattino, poi nuvolaglie sparse hanno coperto il cielo e in prossimità del Remondino ci hanno fatto anche una bella doccia !