- Accesso stradale
- no problem
Perfette condizioni. Percorsa la variante 1) sia in salita che in discesa, cengia-canale che termina con un ripido pendio. Casco gradevole sotto l’incombente parete del Muttet. Molto disagevole il pendio che conduce alla cresta finale, per cui preferibile dalla vetta attraversare brevemente verso il Colle Agnello aggirando sulla dx lato francese il pronunciato torrione che costituisce l’anticima S. Raggiunto un panettone di rocce rossastre volgere a sx raggiungendo in breve il passo Muttet (soluzione consigliabile anche in salita)
Stavolta gita in solitaria. Giornata grandiosa senza una nuvola con clima mite e brezza piacevolmente fresca. 5h 55m in salita per una gita di sviluppo ragguardevolmente lunghetta. Rifugio Vaccarone aperto (chiude prox domenica) con pochissima gente in giro. Panorama dalla vetta a totale giro di orizzonte. Al ritorno sommitato brevemente il Gros Muttet e contemplata la desolazione lasciata dagli ex ghiacciai, che stanno ultimando la propria morte, (im)pietosamente nascosti dalle pietre.
Non si possono infine sottacere, quali note infelici: i) le secchiellate di vernice gialla ogni 2 m nella seconda parte del segmento P.Clopaca Rif. Vaccarone (inutili, perchè il sentiero è imperdibile anche in nebbia londinese) ii) il nuovo (e dunque sicuramente bello) libro di vetta solertemente posto (e imposto, che fine ha fatto il vecchio e pratico quaderno ? era terminato?) il mese scorso dal CAI di Susa, evidentemente proprietario della montagna, con fogli a schede prestampate (2 per pagina) e tanto di bollatura e firma del Presidente, dove i malcapitati escursionisti possono (o devono?) inserire, come in un ufficio dell’Anagrafe: nome, cognome, città, associazione di appartenenza (bisogna per forza averne una?) e, last and least e buona grazia, le proprie “note”, cui è dedicato uno spazio striminzito (vedere per credere). Povera Italia, prigioniera di risibile burocrazia da mare a cielo.