Albergian (Monte) da Ruà per il versante NO e cresta OSO

Albergian (Monte) da Ruà per il versante NO e cresta OSO
La gita
andreabornese
2 04/02/2018
Accesso stradale
Salito dal piazzale di Ruà
Osservazioni
Nessuno
Neve (parte superiore gita)
Crosta da rigelo non portante
Neve (parte inferiore gita)
Crosta da rigelo non portante
Quota neve m
1500

Era già qualche settimana che stavo pensando di fare questo giro. Ieri, viste le defezioni dei compagni abituali e le condizioni di innevamento e rischio valanghe che si preannunciavano ideali, sono partito presto da casa e alle 8.00 ero già sul posto. Non ero a conoscenza che ieri si tenessero delle gare d’auto su ghiaccio al piazzale di Pragelato, le reti a delimitazione della pista impedivano il raggiungimento del ponticello che conduce sull’altra sponda del Chisone. Riprendere la macchina e tornare indietro a Soucheres avrebbe comportato una perdita di tempo. Ho “circumnavigato” la pista, attraversato un deposito di mezzi edili e guadato il Chisone a piedi. Non simpatico come inizio. Sono andato a sincerarmi delle condizioni del ripido sentiero estivo, ma ho poi preferito evitarlo prendendo la strada che conduce in egual modo alle Bergerie Pradamon. Questa variante allunga il percorso, ma fa anche risparmiare energie, se si ha tempo la si può anche scegliere. Nessun tipo di problema a raggiungere le Bergerie, c’è una traccia iper-calpestata. Dalle bergerie in poi il manto innevato è praticamente vergine. Neanche una traccia di sci. Superata l’ultima fascia di bosco che divide dai ripidi pendii che conducono alla cima, ho proseguito cercando di tenermi verso destra rispetto alla vetta, in pratica puntando i Tre Truc, il sentiero estivo passa molto più a sinistra, ma ha pendenze decisamente superiori, mentre stando a destra si può sfruttare un terreno caratterizzato da dei “terrazzamenti” naturali che consentono, una volta presa la linea delle dorsali di essere salita in sicurezza e senza eccessivi sforzi. Sono arrivato all’incirca a quota 2.400, poi nonostante la neve fosse in buone condizioni, il meteo non avesse riservato sorprese e le gambe andassero che era una meraviglia, ho deciso di tornare indietro. Purtroppo i postumi della notte insonne mi hanno un po’ condizionato a livello mental, e ho deciso di scendere. Per di più la solitudine quasi assoluta e l’ombra che caratterizza questo vallone non mi hanno dato una mano. Sinceramente è una camminata bella se si giunge in cima o almeno al colletto che precede la cresta che conduce in cima. Se la si fa con le ciaspole e la si abbandona a metà strada perde davvero di significato: non c’è alcuna visuale, è faticosa e buia per gran parte della giornata. Quindi se non avete nelle gambe o nella testa 1500 m di dislivello, non venite qui. Ci sono posti migliori in questa stagione. Personalmente sono dispiaciuto di non essere riuscito a completarla, le condizioni c’erano tutte.

Incontrati solo due scialpinisti e un paio di passeggiatori poco prima di arrivare alla macchina.

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