Bella gita dal sapore alpinistico di altri tempi, il cui impegno dipende anche dalla lunghezza e dalla scarsa frequentazione: nonostante siamo saliti una domenica di luglio abbiamo incontrato solo un’altra cordata. Abbiamo dormito in tenda nella piana poco sotto il rifugio, verso il ghiacciaio del Selè, volendo c’è un’altra area per bivacco in corrispondenza dell’attraversamento del rio, un’oretta più sù del rifugio. Ad oggi le condizioni sono molto secche, salita quasi tutta su sfasciumi e roccette, la cengia di attacco in queste condizioni è molto semplice da identificare, un po’ meno lo è il sentiero nella sua parte esposta ma facendo attenzione agli ometti si riesce abbastanza a seguire (abbiamo in realtà perso la traccia in discesa). Il salto sotto la “banana” è secco e coi ramponi richiede un po’ di attenzione perché è placca difficilmente proteggibile. Portato qualche Friends che abbiamo usato solo in discesa, dove ci siamo persi, portarsene un paio medi non fanno male anche se normalmente dovrebbero bastare corda da 30, fettucce, picca e ramponi.
Discesa infinita ma in buona compagnia.