Una sola stellina in quanto “vetta non raggiunta”. Ci siamo fermati a quota 3105, all’inizio di una cengia detritica e sfasciumosa, molto esposta, che corre sul lato orientale della dorsale. Il fatto è che siamo arrivati in quel punto già poco sicuri di essere sul giusto percorso. Questo perché abbiamo seguito le indicazioni del libro blu (In Cima, vol. 3) che fa salire dal Vallone di Bonafonte e non da quello del Pis. Purtroppo, a differenza di quanto affermato, anche in questo Vallone non esiste alcun sentiero, salvo vaghe tracce di bestiame. Inoltre, ma può anche essere colpa nostra, non siamo riusciti a trovare sul terreno i vari riferimenti riportati dalla relazione. Per di più la stessa relazione dice che lo spartiacque Varaita-Guil si raggiunge tenendosi “a ponente” della parte alta della dorsale mentre, invece, la cengia di cui sopra è sul lato orientale. Per cui, non avendo attrezzatura e non sapendo esattamente dove ci trovavamo, abbiamo preferito rinunciare. Discesa, effettuata lungo il Vallone del Pis, lunga e laboriosa ed assolutamente da affrontare con buona visibilità. Incontrato, poco prima di rinunciare, un camoscio solitario che, stranamente, si è lasciato avvicinare molto. Secondo noi aveva qualche problema, verosimilmente agli occhi. In conclusione sarebbe stato decisamente opportuno leggere le precedenti relazioni ma soprattutto la relazione, qui su Gulliver, della traversata Aiguillette – Brusalana, decisamente più precisa e dettagliata. Con Fausto.