Adami (Punta) da Pian della Mussa

Adami (Punta) da Pian della Mussa
La gita
ivangraticoli
4 03/09/2023
Accesso stradale
Tutto ok fino al parcheggio Giasset dove si trova il divieto di transito; per il rifugio Città di Ciriè si prosegue a piedi.
Tanto parcheggio, €3 auto, €5 camper.

Da Pian della Mussa al rifugio Gastaldi sentiero ultratracciato e segnato. Dietro il rifugio si trova l’indicazione per il giro dei laghi glaciali (GLG) e per la Punta Adami; scendere per qualche decina di metri sul sentiero segnato fino al bivio per la Punta Adami (cartelli). Da qui la traccia non è più segnata ma evidente. Si prende il filo di cresta della morena e la si risale completamente. Seguendo gli ometti si scende il versante opposto, si risale la base dell’ormai sparito ramo del ghiacciaio della Bessanese fino a un grosso masso con ometti in corrispondenza del quale ci si sposta verso destra prima per breve pietraia poi iniziando a risalire un alto sperone roccioso coperto di pietrame, sfasciumi e brecciolino rossastro. Seguendo gli ometti e la traccia sempre piuttosto evidente si raggiunge la cresta segnata da un ometto e da lì in breve si tocca la cosiddetta cima escursionistica o anticima. Ad oggi, poco prima di arrivare in cresta, si trovano due brevi nevai destinati probabilmente a sparire in poco tempo, il primo è davvero molto breve, 3-4 passi, il secondo è più ampio ma lo si può aggirare facilmente.
I primi passi verso la vera cima sono camminabili poi il tratto più esposto e delicato inizia con una roccia che spancia leggermente in fuori; a mio avviso proprio questo passaggio è quello che richiede più attenzione, si tratta di circa 4/5 metri orizzontali parecchio esposti dove sono passato in traverso laterale attaccato alla roccia (buoni appigli) e cercando la massima presa con lo scarponcino; la parte successiva fino sotto il dente di vetta resta sempre esposta, meno inclinata, più camminabile ma merita sempre parecchia attenzione. Anche la risalita del dente di vetta richiede attenzione per la solita esposizione e per lo scavalcamento di una roccia obliqua oltre la quale si vede finalmente il blocco roccioso della vetta sul quale non c’è nulla, né ometti, né croci, né madonnine. Io ho passato questo tratto mettendomi a cavalcioni sulla roccia obliqua, attaccato con le mani e alla ricerca con la punta dello scarponcino dell’appoggio migliore per scavalcarlo (per fortuna ho le gambe abbastanza lunghe). Stessa attenta prassi per la discesa.

Se il terreno è asciutto fino all’anticima l’escursione è semplice, il tratto per la cima richiede decisione e valutazione attenta delle condizioni del terreno, la fregatura è che la vetta non è la parte del dente che si vede dall’anticima, solo scavalcando la roccia obliqua si scopre che dietro c’è una roccia poco più alta: la vera cima.
Colpo d’occhio notevole su tutto l’itinerario per la salita in Ciamarella.
Continue scariche di sassi da un tratto del versante orientale della Bessanese.
Al mattino la risalita sulla cresta della morena è risultata comoda, in discesa il brecciolino asciugato dal sole era un continuo sdrucciolare sotto le suole.
Nessuno verso la punta, mentre scendevo ho incontrato solo 2 escursionisti fermatisi però al culmine della morena; naturale pienone al Gastaldi.

Link copiato