50m
Per abbreviare i tempi di percorrenza, è consigliabile l'utilizzo della mountain bike/ebike lungo la bella poderale (abbastanza ripida) che si inoltra nel Vallone dell'Urtier.
Lasciata l’auto nei parcheggi prima di Lillaz, seguire il tracciato dell’Alta Via n.2 che passa fra le poche case a sinistra, quindi inizia a salire brevemente nel bosco portandosi in prossimità delle cascate di Lillaz, la cui deviazione si lascia a destra.
Si raggiunge e supera un fabbricato con la condotta forzata della centrale idroelettrica, quindi ci si immette nel vallone dell’Urtier attraversando un pascolo con le baite di Goilles dove si incontra una fontana.
Successivamente si devia sulla destra scendendo ad attraversare un ponte sull’Urtier, che conduce sul versante boscoso destro della valle. Il sentiero qui prosegue in salita sempre piuttosto dolce, con anche leggeri saliscendi, alternando traversi verso est a serie di tornanti. Usciti dal bosco, dopo una lieve discesa, si raggiunge la radura all’imbocco del vallone di Bardoney, il cui sentiero si trascura per proseguire sull’alta via. Si compie un semicerchio da destra verso sinistra, attraversando il torrente sul ponte e poi in seguito un altro ruscello minore, prima di riprendere a salire il costone giungendo rapidamente al casotto del Parco del Gran Paradiso di Teppe 2155 m (fontana).
Si prosegue a monte della baita, aggirando il costone che immette nella parte mediana del vallone, dominato dall’alto dal comodo sentiero. Usciti dal bosco, l’alta via compie una deviazione rispetto al vecchio tracciato a causa di una frana; tralasciata la deviazione per il Colle delle Acque Rosse, si perdono circa 50 m di quota per scendere ad una conca pascoliva, prima di risalire in una sorta di gola per accedere agli estesi pascoli sovrastanti con alcuni alpeggi nelle vicinanze.
Si continua ancora sull’alta Via, ormai all’ingresso del vallone del Miserino sulla destra, fino ad incontrare appunto la deviazione per i Laghi Miserino e Colle dell’Arietta. Senza quindi raggiungere le strutture del Rifugio Sogno di Berdzè (attualmente chiuso) si sale per i dossi erbosi di destra che portano rapidamente ad una palina con il bivio per i laghi. Ci si porta alla base della barriera rocciosa che sorregge i laghi, che il sentiero supera con facilità fino al primo laghetto, poi il secondo (il più grande) sulla destra 2665 m, ed infine il terzo sulla sinistra. Si prosegue sulla striscia di terra compresa tra i due laghi, ancora per un tratto in direzione del Colle del Miserino (ben identificabile verso sud). Al termine del lago, in corrispondenza di una zona con grossi lastroni piatti accatastati, sulla destra si nota ben definito il pendio di detriti che occorrerà salire per raggiungere il colletto a sud della nostra vetta.
Superata la breve pietraia si affronta la prima rampa di pietrame e detriti, senza alcuna difficoltà; è presente anche una traccia di sentiero indicata da ometti, in ogni caso il terreno è sempre piuttosto solido.
Terminato questo pendio, dove conviene spostarsi sulla destra nel finale, si accede ad una piccola conca, che va lasciata in basso, dato che ora ci si sposterà decisamente sul margine destro del pendio, in quanto il solco del canale risulta troppo instabile e non si potrebbe comunque uscire al colletto a causa di un muro roccioso all’uscita.
Seguendo le vaghe tracce si guadagna una sorta di terrazzo sospeso costituto da terriccio rossastro e detriti; inizialmente nonostante la pendenza la salita non presenta difficoltà, mentre nella seconda parte il terreno diventa più franoso e ripido (terriccio grigiastro) ed occorre un po’ di attenzione a seguire il percorso migliore, sfruttando gli appigli che gli affioramenti rocciosi offrono per le mani sulle paretine di destra. Si sbuca così ad una sella pochi metri al di sopra del colletto, proprio alla base del pendio sud che porterà in cima.
Qui non si affrontano ulteriori difficoltà, ma occorre prestare attenzione per la forte pendenza del pendio, composto da zolle terrose e solcato da tracce su sabbia/terriccio un po’ scivoloso (specie in discesa). Il pendio comunque è piuttosto ampio (eccetto un tratto centrale dove si restringe); si raggiunge al culmine della salita il cippo di pietre e la curiosa installazione di un diavoletto metallico.
Discesa dal percorso di salita, oppure con un po’ di inventiva ritornati al colletto si può scavallare e scendere nel vallone Acque Rosse, i cui laghi si vedono benissimo per tutta la cresta (percorso più difficoltoso rispetto a quello di salita, con passaggi esposti). Se si sceglie questa opzione, dai laghi delle Acque Rosse seguendo la strada reale del vallone si torna sulla Alta Via n.2.
Se si sceglie l’avvicinamento in mountain bike, si deve raggiungere il Rifugio Sogno e da qui seguire il sentiero per i Laghi Miserino/Colle dell’Arietta.
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