Poco oltre la strada raggiunge, presso Sella Alzabecchi (700mt), una cantoniera e sulla sinistra un bar ristorante vicino al quale è possibile lasciare l’auto. Si intraprende da qui la sterrata da cui, subito, con buone indicazioni, si stacca il nostro sentiero.
Ci si inerpica così in un bel bosco di faggi; raggiunto in circa trenta minuti il colle spartiacque (900mt), dove transita pure l’Alta Via dei Monti Liguri, si marcia adesso in netta direzione ovest, aggirando, ora a nord, ora a sud, la cresta che si presenta boscosa o parzialmente rocciosa.
E’ opportuno fare bene attenzione a seguire, specie d’inverno, i nuovi segnavia, poiché quelli più sbiaditi non sempre indicano un percorso remunerativo.
Dopo alcuni saliscendi e un’anticima si perviene senza difficoltà (1h – 1h e 30min. in totale) in vetta, con croce della parrocchia di Loano e libro.
Il panorama è abbastanza interessante: nel periodo freddo nevi e mare si fronteggiano in un fiero contrasto. A est il Carmo di Loano la fa da padrone, mentre le Alpi a nord dipendono tutte dalla buonasorte, più o meno fosca.
Brillano soprattutto le cime a ovest, nell’alta val Tanaro, fra Monte Galero, Monte Dubasso, che parzialmente copre l’Armetta, e poi più a nord Antoroto e Pizzo d’Ormea, con le sue eleganti coste di Quarzina e Valcaira.
In caso di nebbia bisogna stare attenti a non superare la croce di vetta, onde evitare di apprezzare… il salto di un centinaio di metri che, a settentrione, vi separa dal pendio sottostante, già tributario del Bormida di Millesimo e appartenente dunque al bacino del Po. (Valerio Onofri Hôte)
- Cartografia:
- IGC - n°15 - 1:50.000