Iniziare sulla placca che lo delimita a destra 5b e 1 passo di 6b (o A0, chiodo) e dopo alcuni metri ribaltarsi sopra una cornice con passo delicato traversando verso sinistra in direzione dello spigolo 5b (allungare i rinvii). Salire direttamente e superare un diedrino liscio 5c, poi un muretto, uscendo in una zona maggiormente articolata, sostando su un terrazzino. Salire direttamente al meglio per una parete caratterizzata da diedri poco definiti e lame atletiche 5c senza via obbligata, ma scegliendo il percorso più logico e possibilmente meno difficile, afferrando poi, dopo una ventina di metri, un’evidente fessura orizzontale che brevemente permette di attestarsi alla base di un diedro 5b dalla roccia giallastra (sosta alla base da attrezzare). Salire per una fessura originata da una lastra 5b (atletico) e con gran spaccata abbandonarla, quando diventa intenibile, verso il fondo del diedro. Guadagnare la radice di un caratteristico tetto squadrato, seguendo un fessurino vago a sinistra (A2 faticoso su nut e chiodi; 2 staffe), poi vincere uno strapiombo fessurato con passo parecchio esposto A1, ribaltandosi su un gradino scomodissimo, dove si attrezza una sosta (chiodo lasciato). Di fronte, si innalza una placca che si vince passi di AO e A1, portandosi in grandissima esposizione sotto il muro giallastro e strapiombante finale, che dà il nome alla torre. Reperire una fessura spaccatura intasata da scaglie rocciose un po’ precarie e traversare 5b fino alla radice di una fessura che s’impenna sulla verticale salire un po’ in libera e un po’ in artificiale 6b+ e A0 o A1 per intero fino a quando è possibile con faticosi incastri uscire in libera 6a entrando a destra in una nicchia molto curiosa, superando lo strapiombo che la chiude 6a uscendo sulle cornici spioventi di vetta.
Discesa: portarsi sul ciglio del vertiginoso versante sud-sudest e disarrampicare per facili placche inclinate fino a una forcella posta sul lato est. Da un ancoraggio con cordoni calarsi nel canale-camino sottostante dalla parete strapiombante fino al fondo del canale detritico. Qui si reperisce un secondo ancoraggio e ci si cala fino alla base, dove vi è l’attacco dello Spigolo dei Cibernauti, scendere nel canalone ripido fino a un’impennata dove è meglio fare una doppia da arbusti; continuare e raggiungere un ostruzione costituita dal grande masso, che si supera con una doppia sulla paretina di sinistra (guardando dall’alto). Di qui si scende poi alla base dei Titani.
Materiale: La via è praticamente schiodata; in posto qualche chiodo ribattuto, 7 piantati e 1 lasciato. Due serie di friend fino al 3 bd, nut piccoli, una scelta di chiodi con due o tre piattine e lost arrow. Due staffe e cordoni.
- Cartografia:
- Alte Valli di Lanzo - Escursionista editore
- Bibliografia:
- Sogno di Sea- G.C.Grassi 1988 (esaurito)