A Sud, poco più distante, si vede il Vallone del Sabbione con le cime che gli fanno corona.
Seguire la strada sterrata anzidetta fino ad un pianoro, qui proseguire lungo un sentiero che seppur poco frequentato, è comunque ben individuabile dalle tacche rosse-bianche sui massi e sugli alberi; nella parte alta è in alcuni punti franato e spesso invaso dalla vegetazione, compresi parecchi giovani alberi completamente piegati o spezzati dall’azione delle valanghe . Il sentiero permette di evitare le asperità e i salti della gorgia del Vallone Grande e delle successive forre che solcano il versante NE del Caire di Porcera, ci sono quindi passaggi attraverso un fitto bosco di faggio, attraversamenti della gorgia centrale e delle forre successive fino a che, dopo il superamento delle chine terminali colonizzate da rododendri, si arriva all’ampio Colle di Porcera (1802). Dal Colle, proseguendo a destra, in breve, si raggiunge la cima dove si trova un semplice ometto di pietre. La cima è, in realtà, un breve tratto di cresta (tutto in quota 1818 m.) che strapiomba dal versante Ovest sui Tetti Porcera.
Ad inizio stagione (aprile-prima metà maggio), la gorgia centrale è in realtà un lungo e sinuoso canale nevoso con la superficie tormentata da sassi e alberi distrutti dalle valanghe, così come sono ricolme di neve le forre che solcano il tratto successivo. In tal caso è molto probabile smarrire almeno in parte il sentiero, conviene quindi seguire per intero il nevaio e, giunti al punto dove la gorgia si dirama in più forre, prendere quella di destra; più a monte si scorgerà il sentiero, ai bordi della lingua di neve, che entrando nell’ultimo tratto boscoso porta ad immettersi nel pendio che conduce al Colle (innevato ad inizio stagione, ma di pendenza moderata). Per questo periodo di inizio stagione, si consideri difficoltà di grado EE.
- Cartografia:
- Carta IGT n.113: “Parco naturale Alpi Marittime” – 1:25.000