- Accesso stradale
- Strada sino al parcheggio di Barmasc regolare, parcheggio a pagamento durante il periodo estivo.
Alpinistica che avevamo mancato l’anno scorso per aver perso troppo tempo nel trovare il percorso al colle di attacco alla cresta per via dell’immenso ravanage, quest’anno abbiamo forse trovato il giusto percorso dalla fine della sterrata quando ci si addentra nel bosco con tanta vegetazione e radi tracce di passaggi non sempre riconoscibili, spesso su pendio erboso, ripido e molto scivoloso, terreno in alcuni tratti poco stabile, pietraie, erba gelata, insomma arrivare all’inizio di questa sospirata cresta è effettivamente un viaggio che vale quasi l’intera alpinistica 🙂
Noi peraltro giunti nella conca che conduce al colle dopo aver scollinato, siamo stati spettatori di un abbondante distacco roccioso di discrete dimensioni che ci ha allarmato non poco, proprio in mezzo alla pietraia per cui impossibilitati a proteggerci, fortuna che alcune rocce ci sono passate accanto ad una 15-ina di metri mentre le altre si sono fermate a 20m davanti a noi.
Giornata con nuvolosità bassa che si è aperta in alto solo dopo pranzo e per poco, temperatura di 5° al parcheggio di Barmasc.
La cresta rocciosa era invece asciutta e questo ci ha rassicurati a scegliere di continuare invece che tornare indietro come temevamo vista i tanti ciuffi di erba gelata incontrati nel ravanage.
Riteniamo il grado AD- corretto per i 3 punti piu difficili del percorso, ossia il tratto prima della cosiddetta lama/pala, la caratteristica lama ed il tratto successivo che ha richiesto ancora attenzione per l’esposizione e l’impegno tecnico a superare quei tratti.
Cresta di buon impegno generale e bella esteticamente anche se la giornata coperta ci ha impedito di ammirarla nella sua completa estensione, spesso con una bella esposizione, 3 tratti effettivamente impegnativi da superare, peraltro con presenza di spit o vecchi chiodi si ma non sempre nei punti più adatti (il primo chiodo di protezione della “lama” messo 5/10cm prima faciliterebbe non poco vista la verticalità del tratto).
Abbiamo integrato con cordini in parecchi tratti (lo consigliamo vivamente anche dove apparentemente meno necessario), ci si muove su cenge erbose infide e scivolose in tratti esposti e stretti. Non avevamo friends dietro ma sarebbero stati utili per maggior sicurezza in diversi punti (da 0.75 a 2).
Abbiamo proceduto per metà del percorso in conserva protetta, tranne i 3 tratti piu impegnativi dove abbiamo manovrato a tiri.
Cresta ricca di lame, sporgenze e prese cui tenersi, cengette per i piedi e roccia con buon grip, tuttavia è bene porre molta attenzione a cosa si afferra prima di affidarcisi per via delle tante sporgenze mobili non affidabili.
Nel complesso un’alpinistica impegnativa che ci ha arricchito per l’esperienza vissuta, tecnicamente, umanamente ed emotivamente.
Un grazie al rassicurante Giovanni che è stato in testa alla cordata per l’intera cresta, e Roberto che ha tenacemente completato l’alpinistica dopo essere stato vittima di una pericolosa caduta di 6/7 m causa il distacco di una roccia sotto ai suoi piedi in uno stretto tratto cengioso misto a erba molto esposto, graziati dall’aver messo una protezione su cordino.