Vlou (Becca di), Becca Torchè, Monte Voghel traversata di cresta

Vlou (Becca di), Becca Torchè, Monte Voghel traversata di cresta
La gita
maxdp
5 12/09/2021

Bello e lungo giro, consigliato agli estimatori di queste eleganti ma selvagge montagne. L’ambiente, la mancanza di qualsiasi protezione fissa e la necessità continua di individuare l’itinerario secondo me rendono la salita più impegnativa del PD riportato.
Alcune note sul nostro percorso (Tollegnaz-colle Chasten-monte Voghel-Becca Vlou-Becca Torchè-Tollegnaz):
1. prima della cima del Voghel non restare alti, ma aggirare l’anticima dal basso. Noi siamo rimasti alti e abbiamo di fatto scalato l’anticima con passaggi valutabili intorno al III in discreta esposizione
2. le difficoltà della E della Vlou sono concentrate quasi interamente nella prima metà, e non sono banali. Noi abbiamo tenuto il filo di cresta quasi sempre, attrezzando una calata con spezzone di corda azzurro e maillon su spuntone dopo il primo gendarme. Il secondo gendarme si scala direttamente per il lato sx (cosparso di macchie gialle, visibile già dal colle) e il terzo è ancora più semplice e si sale per scaglie e spuntoni. Da lì in poi la roccia inizia a degradare in pendii ripidi di terra e erba. Tolti 3 tiretti sui gendarmi (10-15 m max) il resto lo abbiamo fatto tutto in conserva medio-corta
3. sulla W della Vlou è presente una sosta con due cordoni su spuntone che volendo permette di calarsi lungo il tratto più esposto. Non è necessario usarla se si ha un po’ di dimestichezza con la disarrampicata
4. la E della Torchè presenta una sola difficoltà nel camino di III, comunque ben manigliato e con sosta in cima (due chiodi verdi e cordini)

Volendo chiudere il giro in boucle, dalla cima della Torchè siamo scesi verso il colle che separa la Becca dalla Mortens (cresta NW) e da lì sull’alpe Merendioux. Noi siamo scesi tenendo quasi sempre il filo di cresta fino a quando degrada nei prati verso la Mortens, ma abbiamo tribolato un po’ a passare una fascia biancastra di placche compatta e molto molto esposta. Conviene forse scendere un pezzo della normale verso Dondeuil e, intorno ai 2800 m, traversare decisamente a dx per cenge e pietraie sotto la fascia di placche. Dal colletto della Mortens si può scendere per cenge e ci sono due opzioni: o si scende verso la parete N della Torchè su un evidente plateau (alcuni ometti presenti) oppure si scavalla 80 m più in basso, prendendo un valloncello diagonale che porta direttamente ai pianori sopra Merendioux (come fatto da noi). Da Merendioux alta si riprende il sentiero 2a per scendere.
Consiglio di guardare bene dalla cima la zona per farsi un’idea di dove scendere.

Il giro è molto lungo e su terreno mai troppo difficile ma sempre esposto e abbastanza “di avventura”. Attenzione anche al meteo: noi siamo partiti in una bella giornata dopo un giorno di nuvole e un po’ di pioggia e la roccia sul versante di Ayas era veramente viscida e scivolosa.

Noi ci siamo mossi con 40 m di corda, friend da 0.5 a 3 (usati tutti qui e là), cordini e fettucce varie. Tempo totale Chasten-auto 10 ore, per il tratto Voghel-Torchè abbiamo impiegato 6,5 ore (comprensive di deviazione evitabile sul Voghel e rallentamenti vari per via della roccia umida sulla Vlou).

In questa configurazione, itinerario consigliato a veri estimatori della zona e di queste montagne. Copertura cellulare quasi del tutto assente.

Con l’inossidabile Tex, in modalità camel fin dal primo giorno e decisamente solido lungo tutti i terreni della traversata!

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