Ci tenevo a fare il Corno Vitello da tempo, salendo dal Vallone di Cuneaz e scendendo dal Vallone di Mascognaz, che rispetto alla classica salita dal Rifugio Arp è sicuramente più affascinante e selvaggio.
Partenza da Champoluc sul sentiero 13 che sale rapidamente nel bosco per poi arrivare altrettanto in fretta a Cuneaz, dove l’ho abbandonato per attraversare subito il torrente (variante senza sentiero ma più rapida) e poi ricollegarmi al sentiero stesso all’alpe Pian Long. Da qui in su la traccia sale in modo assassino, ma comoda fino a scollinare nella conca del Lago Perrin. Da qui si apre il canalone che avevo percorso con neve questa primavera e che non mi aspettavo così caotico e pietroso! In ogni caso ci sono molti ometti, si resta generalmente sul bordo sinistro quando c’è terriccio, altrimenti si saltella sui macigni fino a sbucare al colletto sotto la Gran Cima. Da qui si apre l’altopiano verso il Corno Vitello, si perde leggermente quota vagando tra pianori e placconate di roccia seguendo gli ometti (qui con nebbia si rischia di girare un po’ a vuoto) puntando alla base del pendio di pietrame sotto il Corno Vitello.
Incrociata la traccia proveniente dal Rifugio Arp l’ho subito persa (in salita le frecce gialle non sono proprio molto evidenti) e ho vagato un po’ nella pietraia. La traccia invece si sposta molto sul bordo sinistro della pietraia per poi salire più agevolmente in un ripido pendio di terriccio e pietrame fino alla bella cima. Peccato oggi le nebbie si siano sollevate già a metà mattinata prima del previsto limitando di molto il panorama.
Discesa dal versante di salita, aggiungendo anche la Gran Cima (già salita con le racchette) data una fugace apertura con vista su Testa Grigia e Monte Rosa.
Discesa poi, dopo il Lago Perrin, nel vallone di Mascognaz seguendo il sentiero 14a-14, discesa molto dolce e scorrevole, peccato i sentieri un po’ rovinati dalle mandrie di mucche. Se si vuol fare l’anello a mio avviso è più logico farlo nel senso indicato (salita Cuneaz discesa Mascognaz).