Bella cresta, ideale per un primo approccio a questo tipo di terreno, senz’altro tipico del Rosa, ma che non è inconsueto trovare anche altrove sulle Occidentali. La roccia è per lo più solida, ma alcuni tratti di blocchi un po’ più instabili allenano l’occhio a “ballare” quanto basta. Le difficoltà, sempre contenute, sono spalmate nelle due sezioni della via: io ho trovato una volta più dura la cresta fino alla Giordani e poi, la seconda volta che ho percorso questa via, decisamente più duro il tratto dalla Giordani alla Vincent, segno che le condizioni incidono in modo determinante sulla valutazione di questo itinerario. La parte finale della salita alla Vincent, con l’aereo traverso in cresta e l’uscita quasi inaspettata sulla calotta sommitale, giustificano e consigliano senza dubbio il colpo di coda necessario per proseguire, una volta arrivati sulla Giordani: momento sempre catartico, in cui il richiamo della funivia, tutto sommato ancora vicina vista la rapidità della discesa per la normale, assomiglia molto al canto di una Sirena…
Quest’anno percorsa in compagnia di Tony: insomma, più che una cordata una coppia di fatto.