Vertosan (Mont) da Vetan per il Col Fenetre

Vertosan (Mont) da Vetan per il Col Fenetre
La gita
diecimilapiedi
5 06/02/2016
Accesso stradale
strada buona e ottimo parcheggio a Vetan
Osservazioni
Nessuno
Neve (parte superiore gita)
Polverosa
Neve (parte inferiore gita)
Crosta da rigelo portante
Quota neve m
1700

Novemiladuecentocinquantotto piedi. Gita voluta e desiderata confidando sulla tenuta del meteo, che ci ha regalato una giornata persino migliore del previsto, e senza il temuto vento. Partenza (meno 5 ovvero 23 Fahrenheit) con le ciaspole ai piedi e i ramponi nello zaino, dove sono rimasti a russare tutto il tempo. Dopo la baita Grandes Arpilles pieghiamo a destra per un delicato traverso (richiede attenzione sia all’andata che al ritorno) che ci porta nel vallone di Verrogne, oggi immacolato, intonso e solo per noi. Sfiorato il rifugio Fallere, la salita diviene più ripida fino ad impennarsi nell’ultima decina di metri prima del colle (all’andata percorsa con le ciaspole ai piedi, al ritorno con le ciaspole in mano e solo con gli scarponi): dal col Fenetre spiana ed in pochi minuti si è in cima dove il panorama ripaga di qualsiasi fatica. Prevedere per andata e ritorno circa 6 ore e mezzo.
Grazie a Monica per la splendida scelta della gita ed a lei, Gian e Antonio per la preziosa ed indispensabile battitura, che ha permesso al mio piccolo motore diesel di portarmi sulla vetta.
Resteranno nei nostri occhi i giorni di questa settimana passati a guardare il meteo, il temuto (e oggi assente Eolo), la levataccia, il timore di una rinuncia all’ultimo minuto, il freddo del mattino con le dita dei piedi che non si vogliono scaldare, l’attenzione e la tensione nell’affrontare il traverso, il bianco accecante del vallone di Verrogne nella completa solitudine, lo scricchiolio delle ciaspole sulla neve, il silenzio perfetto interrotto solo dalla nostra allegria, la fatica e lo sforzo ripagati a 2822 metri, l’arrivo al solitario rifugio Fallere, una birra a fine gita. Grazie.

Con la compatta compagnia di Monica, Gian Mario e Antonio.

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