Frugato negli anfratti di questa tozza montagna al fine di rendere piu’ appetibile una salita sin sul suo culmine, non corrispondente alla via normale da sud per il canalino. L’alternativa non poteva che essere la cresta est, rivelatasi pero’ da subito non all’altezza delle aspettatrive. Saliti slegati per velocizzare al massimo l’uscita in vetta, ed evitare cosi possibili collassi di enormi quantita’ di materiale mobile poco rassicurante da vedere sotto i propri piedi, e da esaminare attentamente prima di fidarsi della presa per le mani. Vivamente sconsigliata . Ne va del divertimento , per via del terreno troppo infido e pericoloso. Premiati in vetta grazie al graduale dissolversi delle nubi, che ci hanno permesso di ammirare il Rosa (rimasto fino a quel momento incappucciato), e’ il caso di dirlo, da poltrona numerata in prima fila. Dalla normale in discesa, e poi risalita al Palon, arrotondare un po’ il dislivello, e poi giu’ che sembrava si mettesse a temporale (era previsto infatti) ma, chi l’ha visto?
Con Franco M.