Fatta la boucle. Il vallone di Rodoretto è percorribile con auto normale dotata di gomme da neve fino a un km circa oltre Roderetto.
Da subito sci ai piedi, salita molto fredda e nella gorgia all’inizio del vallone superiore, anche un po’ pericolosa per una grande placca a vento, non ancora ancorata, che occupa gran parte del canale, evitabile solo sul lato destro salendo.
Usciti dalla gorgia, le condizioni cambiano decisamente, terreno tutto spazzolato dal vento molto magro e ghiacciato, quindi ben presto abbiamo optato per salire con i ramponi.
Una volta in vetta il fastidioso vento che ci ha accompagnato per tutta la salita, cessa magicamente e il sole ci riscalda.
Breve pausa e discesa dei primi 60/70 metri sempre con picca e ramponi su scisti malferme prive di neve, peccato non aver potuto calzare dalla punta.
Ingresso in parete, con la massima attenzione per la presenza di molta neve accomulata dal vento, fino all’interno del canale dove il terreno migliora decisamente sotto l’aspetto della sicurezza.
Da qui fino alla cascata abbiamo trovato, alternate tra di loro, farina calda e fredda (quella calda tendeva un po’ a partire ma era poca), crosta portante e non portante ma sciabile, questo perchè il canale non ha sempre la stessa esposizione al sole.
Sopra la cascata neve dura quasi ghiacciata.
Dopo la doppia breve tratto di neve dura e poi spannetta di farina nel bosco.
Per ciò che concerne la doppia, noi l’abbiamo attrezzata collegando con cordini quattro alberelli con diametro di 15/20 cm, se questi non dovessero più essere in grado di sostenere una calata, occorre avere due corde da 40 per riuscire ad arrivare a terra avvalendosi di alberi più robusti ma che si trovano più in alto.
Con Andrea BumBum il quale ringrazio per aver studiato meticolosamente l’itinerario e le sue condizioni e Enzo LeRoi che ha fatto valere la sua classe con gli assi ai piedi su una neve che non era delle più semplici.